Regionali Campania, M5S e il boomerang delle nuove regole anti-riempi lista. Scarseggiano i nomi da candidare

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L’obiettivo era quello di mettere un freno ai cosiddetti “riempi lista”, candidati inseriti nelle liste solo per fare numero, senza un reale coinvolgimento politico o consenso sul territorio. Ma la misura varata dal Movimento 5 Stelle si è trasformata in un boomerang, soprattutto in Campania, dove Roberto Fico, espressione dei 5 stelle, potrebbe essere il candidato pronto a scendere in campo per il centrosinistra nella sfida delle regionali. «La situazione è complicatissima», ammette un parlamentare pentastellato. Il nodo è racchiuso nel nuovo Codice etico del partito, entrato in vigore poco più di un mese fa, dove vengono stabiliti gli «obblighi per i soggetti candidati in competizioni elettorali sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle». E qui nasce l’intoppo: perché le nuove norme sono così stringenti da limitare di molto la possibilità di formare una squadra competitiva, rischiando di mettere in difficoltà lo stesso Fico nella costruzione di una lista all’altezza della sfida elettorale.Il nuovo Codice eticoLo scorso 22 giugno, alle ore 22:00, si sono chiuse le votazioni online degli iscritti al Movimento 5 Stelle sul rinnovo dello Statuto e del codice etico del partito. Un passaggio avvenuto come da prassi sulla piattaforma dei pentastellati. Gli aventi diritto al voto erano 99.274. Sul quesito numero 11 – quello relativo agli obblighi per i candidati alle competizioni elettorali – si sono espressi in 51.432. A favore delle nuove restrizioni ha votato la maggioranza: 43.236 sì contro 8.196 no. Un dato che spicca, perchè proprio su questo quesito si è registrato il più alto numero di voti contrari rispetto a tutte le altre revisioni in discussione.Cosa dice il testo?Il passaggio più discusso – e potenzialmente problematico anche per Roberto Fico – è contenuto nell’articolo 2 del nuovo Codice etico. Lì si legge: «Per proporre la propria candidatura al Parlamento italiano, al Parlamento europeo e nelle Regioni, è necessario essere stati candidati in una lista comunale o di municipio/circoscrizione avendo conseguito un numero di preferenze non inferiore alla media delle preferenze raccolte dai candidati della lista». Un esempio: se un attivista si è candidato alle comunali, ma ha ottenuto meno preferenze della media dei candidati della sua lista, non potrà accedere alla candidatura per livelli più alti – come Regioni, Parlamento nazionale o Parlamento europeo. Dovrà quindi ricandidarsi in una competizione locale, raggiungere almeno la soglia media richiesta, e solo allora potrà avanzare verso incarichi di livello superiore. Ma c’è qualche eccezione: «Sono esclusi da questa previsione coloro che, alla data di entrata in vigore delle modifiche, abbiano già espletato un mandato elettivo o coloro che siano già stati candidati a qualunque livello istituzionale avendo conseguito un numero di preferenza non inferiore alla media delle preferenze raccolte dai candidati della lista, oche abbiano ricoperto ruoli di governo nazionale, nelle giunte regionali, provinciali o comunali».Il motivoUn vincolo nato con l’intento di porre fine al fenomeno dei cosiddetti riempi-lista, valorizzare candidature autentiche e prendere le distanze dagli “scappati di casa”. «L’obiettivo è incentivare la partecipazione di persone valide e motivate», spiegano dal Movimento. «In passato abbiamo avuto candidati che nemmeno si votavano da soli, con zero preferenze, inseriti solo per chiudere le liste», racconta un deputato. Ma anche un modo per selezionare la classe dirigente direttamente «sul campo», scoraggiando chi tenta di saltare le tappe candidandosi subito per istituzioni di vertice senza aver mai maturato esperienza politica. Insomma, una sorta di cursus honorum interna al partito.«Molti nomi che stavamo valutando sono stati esclusi»Sebbene nate con le migliori intenzioni, le nuove regole nella pratica stanno generando effetti controproducenti, perchè – soprattutto a livello locale – sono pochissimi i profili che rispondono ai due criteri previsti dal nuovo Codice. «Si tratta di regole molto restrittive – spiegano da Montecitorio – molti dei nomi che stavamo valutando, con i nuovi regolamenti, sono stati automaticamente esclusi». Tra i pochi nomi ancora sul tavolo ci sono quelli dei tre consiglieri uscenti: Gennaro Saiello, che dovrebbe ottenere la deroga per il terzo mandato, Michele Cammarano e Vincenzo Ciampi, entrambi al primo mandato. Dall’Europa nessun ritorno in vista: «Pasquale Tridico è appena arrivato e non ha intenzione di tornare, stessa cosa per Danilo Della Valle», spiegano, anche perché, si tratterebbe di una sorta di “retrocessione” rispetto all’incarico appena ottenuto a Bruxelles. «Resta così poca gente», sospira un deputato. «Questo regolamento ha stravolto completamente il quadro». Ma c’è uno spiraglio: il Presidente può proporre all’assemblea alcuni candidati da inserire in lista anche in posizioni prioritarie, tra figure esterne o con profili ritenuti utili a rafforzare la squadra.Il documentoUna situazione che – fanno sapere dal partito – potrebbe trovare una soluzione parziale a breve. Nei prossimi giorni, infatti, il Movimento 5 Stelle dovrebbe pubblicare il regolamento relativo alla tornata elettorale del 2025. Un documento atteso, che conterrà le specifiche tecniche per la presentazione delle autocandidature alle elezioni regionali per questa tornata. 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