Gianluca Torre, l’agente immobiliare milanese diventato uno dei volti più amati della televisione grazie al successo di “Casa a prima vista” su Real Time, è stato tra gli ospiti del Giffoni Film Festival, a poche settimane dalla messa in onda della settima edizione del programma (in onda dal 1° settembre). Con l’occasione, si è raccontato in un’intervista a Vanity Fair in cui ha ripercorso la sua carriera e la sua vita, partendo da un ricordo divertente sulla casa più disastrata in cui abbia mai vissuto. “Mi è capitato alla fine degli Anni Ottanta, quando era ancora un’isola selvaggia, di essere andato in vacanza in Grecia, a Mykonos“, racconta. La situazione era tragicomica: “aver trovato il tipico ‘bagno ad allagamento totale‘, quello che ha un lavandino e la doccia direttamente accanto al wc. Dormivamo in cinque in una camera da tre, vi lascio immaginare”.Un’esperienza che, forse, ha contribuito a definire le sue “regole d’oro” per una casa, soprattutto in vacanza: “La più importante è la luminosità, perché il sole diretto porta energia. È poi fondamentale l’altezza, oltre alla posizione rispetto alle tue esigenze, non la più figa in assoluto. C’è chi si muove in auto e chi invece ama girare a piedi”. Da esperto del settore, non poteva mancare una domanda su dove fare oggi un investimento immobiliare in Europa. La sua risposta è netta e motivata: “Io starei sul Portogallo, vicino ad Algarve e Lisbona, perché è un Paese in crescita, è amatissimo dai giovani e vicino per chi vuole andare in Brasile. È magico”. La sua analisi va oltre il semplice mercato: “Lo consiglio dal momento che il valore al metro quadro di una casa è proporzionale all’allure del luogo in cui si trova, si tratta prima di tutto e sempre di un fattore sociologico”.Nonostante la sua grande esperienza, anche lui ha avuto i suoi inciampi di inizio carriera. Ricorda un episodio esilarante: “Un giorno avevo un appuntamento per far vedere un appartamento a via San Giovanni sul Muro a Milano ma ho sbagliato il civico. Sono salito al piano, ho citofonato e mi ha aperto un gentilissimo signore che ci ha mostrato il posto e offerto il caffè”. L’equivoco è surreale: il proprietario, napoletano, stava a sua volta cercando di affittare il suo appartamento e ha pensato che Torre fosse lì per quello. “Solo all’uscita mi hanno chiamato per dirmi che mi stavano aspettando e ho capito di aver invertito il numero ed essere finito a casa di un proprietario napoletano […] invece di quella di una persona tedesca dove sarei dovuto essere diretto. Il signore deve aver pensato che fossi un ladro o un pazzo!”.Paradossalmente, l’uomo che vende case per mestiere odia traslocare: “Assolutamente no! Il trasloco mi stressa perché devo buttare via le cose”. Non è un accumulatore, ammette, tranne che per i ricordi: “Sono affezionato ai libri, ai cd e alle cassette”. E sulla simpatica competizione con i colleghi romani del programma, spiega: “Roma mi piace tanto, ma è complessa perché grande cinque volte Milano. Ho anche venduto case e vinto sfide, ma è complicato nella misura in cui devi conoscere la microposizione di una casa”. Infine, un autoritratto sincero. Il suo peggior difetto? “A volte sono troppo impulsivo, quando basterebbero 10 secondi in più per riflettere”. Il maggior pregio? “Ma per fortuna sono dotato di solarità ed empatia“. Qualità che, insieme alla sua competenza, lo hanno reso uno dei personaggi più apprezzati del piccolo schermo.L'articolo “La casa peggiore dove sono stato? A Mykonos. Una volta ho sbagliato civico e ho portato i clienti da un napoletano anziché da una tedesca”: Gianluca Torre rivela il suo errore più imbarazzante proviene da Il Fatto Quotidiano.