Carceri abbandonate al caldo e nella puzza. Dal decreto Nordio in poi il sovraffollamento è peggiorato

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È stato reso pubblico stamattina il consueto rapporto di metà anno sulle carceri dell’associazione Antigone, frutto delle visite effettuate con il nostro Osservatorio sulle condizioni di detenzione nei primi sei mesi dell’anno. Quello che abbiamo visto con i nostri occhi fatica a emergere dai numeri. Celle minuscole dove vivono sei persone nel caldo più rovente, puzza di spazzatura in putrefazione che toglie il respiro, acqua corrente che manca.“Per il caldo torrido siamo costretti a buttare ogni giorno alimenti che non riusciamo a consumare, rischiando tutti i giorni una intossicazione alimentare”, ci scrivono alcuni detenuti. “Un detenuto, nella disperazione più totale”, ci racconta l’operatrice di un nostro sportello in carcere al termine dei colloqui, “ha dovuto tagliare i fili della TV per attaccarli al ventilatore; ventilatore che quasi nessuno ha”. E nella lettera di una mamma leggiamo: “Salve distinta associazione, mi rivolgo a voi con il cuore in mano di una madre e di una intera famiglia distrutta dal dolore. Mio figlio è in carcere da circa 3 settimane ed è affetto da disturbi psichici conseguenti all’uso di sostanze stupefacenti. Non può uscire in cortile, se non 2 ore alla settimana e la sua situazione di salute sta peggiorando. Ha solo 22 anni”.Disattenzione per i bisogni individuali anche dei più fragili, impossibilità di dare un senso al tempo trascorso in carcere. Se l’istituzione viola sistematicamente le leggi che dovrebbero governarla, come può insegnarne il rispetto? La legge penitenziaria garantisce un minimo di quattro ore d’aria giornaliere. Quei corpi che incontriamo in carcere durante le nostre visite sono spesso chiusi in cella quasi l’intera giornata. La legge prevede un minimo di spazio vitale a persona, ma la realtà è ben lontana. Su 189 carceri per adulti, solo 31 non soffrono oggi di sovraffollamento. In 62 istituti il tasso di affollamento supera il 150%, in otto supera il 190%.Il governo continua a prendere e annunciare misure senza senso e senza efficacia. Un anno fa il ministro Nordio aveva presentato il cosiddetto Decreto Carceri affermando che “è un passo molto importante, ci porta molto avanti nel reinserimento sociale ed è un rimedio al sovraffollamento carcerario”. Oggi abbiamo 1.248 detenuti in più di allora, le persone in cella vivono nell’abbandono, i suicidi sono stati 45 e non accennano a fermarsi.Lo scorso 22 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato una serie di misure, anche queste vendute come la soluzione a tutti i mali del carcere. Ma chi conosce la materia sa che dietro quelle parole si cela il vuoto. L’ampliamento delle telefonate concesse ai detenuti era già presente nel decreto dello scorso anno e la corrispondente modifica regolamentare sarebbe dovuta essere disposta entro sei mesi dalla sua entrata in vigore: non ne sono stati capaci, ha vinto l’inerzia, e quel che doveva essere compiuto sei mesi fa è oggi annunciato da Nordio come fosse una novità. La detenzione domiciliare in comunità terapeutica per detenuti tossicodipendenti è già prevista dal nostro ordinamento e la nuova aggiunta non migliorerà la situazione. La depenalizzazione del consumo di droga è la sola strada per risolvere il problema.Infine, il piano governativo di edilizia penitenziaria è la solita presa in giro. Ne parlava Berlusconi nei primi anni Duemila e da allora in tanti hanno promesso la costruzione di nuove carceri. Ma nessuno c’è mai riuscito. Troppe “mani nelle tasche degli italiani” bisogna infilare per costruire galere, riempirle di personale, pagare le utenze, manutenerle, farle funzionare. Non amo usare questo argomento, perché credo che una società sana debba usare il carcere in maniera residuale non in quanto costituisce una spesa ma in quanto non è la risposta adatta alla povertà, alla tossicodipendenza, all’immigrazione, al disagio psichiatrico. Ma essendo uno dei pochi argomenti che il governo sembra intendere, allora chiudiamo su questi due numeri.La legge di conversione del già citato decreto del luglio 2024 istituì un Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, in carica fino al 31 dicembre 2025. Nordio annunciò la realizzazione di 7.000 nuovi posti. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro commentò che tutto questo è “la dimostrazione che non serviva uno svuotacarceri, ma un piano di edilizia penitenziaria”. Bene: a distanza di un anno l’aumento ufficiale dei posti detentivi è pari a 42 unità. Da oggi alla fine dell’anno andrebbero dunque realizzati i restanti 6.958 posti previsti. E, si badi, parlo di posti ufficiali, quelli scritti sulla carta, tra i quali però compaiono tante sezioni chiuse perché necessitanti manutenzioni che non vengono effettuate. Se guardiamo ai posti realmente disponibili, la capienza del sistema penitenziario è diminuita nell’ultimo anno di 394 unità.E mentre il governo continua a mentire, in carcere si muore: di caldo, di abbandono, di mancanza d’aria, di assenza di speranza, di disperazione.L'articolo Carceri abbandonate al caldo e nella puzza. Dal decreto Nordio in poi il sovraffollamento è peggiorato proviene da Il Fatto Quotidiano.