Oltre il buio: così gli scacchi sono una strategia di vita anche per i ciechi

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Il gioco degli scacchi, risalente a 1.500  anni fa, è considerato l’unico sport  in cui possono competere persone di età diversa, con e senza disabilità,  secondo le stesse regole, gli stessi titoli, nel medesimo circuito di rating mondiale.Un’importante manifestazione, a livello italiano, è il “Campionato Italiano Assoluto di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti” promosso  dall’ASCID  – Associazione Scacchisti Ciechi e Ipovedenti Italiani; l’edizione di quest’anno, la cinquantaduesima, si è appena conclusa a Galatina, è stata la prima volta che si è svolto in Puglia.  L’associazione stessa, e quindi il campionato, sono sorti per promuovere una vera inclusione, tutelare i giocatori con disabilità visiva e favorire tra loro lo scambio di esperienze, soprattutto per quanto gli ausili a disposizione.Ogni anno, la competizione ha inizio il 20 luglio, Giornata Internazionale degli scacchi,  per l’occasione i giocatori si ritrovano idealmente intorno a una scacchiera, riconoscendone il ruolo di patrimonio dell’umanità; in particolare, il suo valore di uguaglianza,  autodeterminazione e passione condivisa. In quest’ottica, gli scacchi, per l’ASCID,  non sono solo un gioco, ma molto di più: un pensiero in movimento,  poesia in battaglia, equilibrio in azione.Il recente campionato svoltosi in Puglia si è inserto molto bene, come tutti i precedenti, i n questo contesto, perché non viene considerato solo come pura competizione; si tratta di un intenso programma di iniziative rivolte a tutta la cittadinanza, con la finalità di diffondere una cultura della disabilità,  fondata  sul rispetto, conoscenza e partecipazione. Il motto adottato da ASCID è “Occhio non vede, cuore non molla” e rappresenta  la storia dell’associazione stessa fondata nel 1972 a Milano per  volontà di un piccolo gruppo di scacchisti ciechi, appassionati del gioco, hanno voluto offrire alle persone con disabilità visiva la possibilità di scoprire attraverso il “nobil giuoco” uno spazio di crescita, di confronto e di libertà.  Infatti, dichiarano: “gli scacchi, per noi,  sono molto più di un gioco: sono una sfida quotidiana, una palestra per la mente e il carattere, un ponte che collega mondi e abbatte muri invisibili”.L’ASCID promuove il diritto di ognuno  di giocare, competere, imparare e gioire del gioco degli scacchi, attraverso campagne di sensibilizzazione e corsi di formazione.Le persone cieche o ipovedenti possono giocare a scacchi, grazie a scacchiere accessibili e a pezzi  (pedine) riconoscibili al tatto, e al fatto che i secondi rimangono stabili durante l’esplorazione. Le scacchiere possono  essere o con i fori (ogni “casa”, i quadrati,  ha nel centro un foro in cui c’è un piolo che funge da base ai singoli pezzi, impedendo loro di spostarsi in modo accidentale; oppure magnetiche,  dove, sia le case, sia i pezzi sono provvisti di magnete.In entrambi le scacchiere, le case nere sono leggermente rialzate rispetto a quelle bianche, in modo tale da essere facilmente distinguibili al tatto; mentre i pezzi neri sono muniti da una piccola capocchia, per essere distinti da quelli bianchi. Inoltre, gli scacchisti con disabilità visiva utilizzano orologi digitali dotati di sintesi vocali, grazie ai quali  ricevono le informazioni sul tempo di gioco rimanente e il numero di mosse eseguite, attraverso auricolari, in modo tale che gli avversari non vengano disturbati.Il gioco degli scacchi risulta, più in generale, molto utile non solo alle persone con una disabilità visiva, ma anche quelle con altri problemi, come del resto a tutti, in quanto mette in atto diverse abilità, migliorandole in modo sostanziale. Giocando a scacchi si impara a pianificare non soltanto  la mossa  immediatamente successiva: lo sviluppo del pensiero strategico risulta di fondamentale importanza  nella vita di tutti i giorni, per progettare il futuro e prendere decisioni. In questo caso, vengono stimolati i due  emisferi del cervello; pertanto, migliorano il pensiero critico e le capacità cognitive.Davanti alla scacchiera  si è costretti a ricordare principi,  pattern, temi tattici e strategie; ciò favorisce la memoria a breve e a lungo termine. Oltre alla memoria, sono sollecitate la pazienza, la concentrazione e il controllo delle proprie emozioni. In particolare, l’ultima permette di affrontare meglio le sfide della vita con calma e determinazione.Vincere una partita, dopo aver elaborato delle complesse strategie, genera un grande senso di autostima e fiducia in se stessi; d’altro canto, però, il gioco insegna anche a gestire le sconfitte, accettare i fallimenti; dunque contribuisce alla formazione del carattere equilibrato e resilente.Gli scacchi rappresentano in ogni mossa anche un ottimo esercizio di problem solving in cui è necessario valutare le diverse opzioni e prevedere le possibili risposte dell’avversario. Tale attitudine offre, sicuramente, una maggiore capacità di affrontare le difficoltà della vita.Infine, alcuni studi sostengono che giocare a scacchi sia un alleato contro il deterioramento delle capacità cognitive; può, infatti, ritardare l’insorgenza di malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer.  L’effetto positivo è dovuto alla costante stimolazione del cervello  che aiuta a mantenere attive le connessioni neurali e a ridurre l’atrofia cerebrale.Si può concludere, definendo gli scacchi non un semplice gioco, ma una concreta opportunità di crescita personale, accessibile e inclusiva a tutti, in grado di offrire a chiunque benefici cognitivi, emotivi e sociali.