Periferia nord ovest di Bologna, tra centro storico e aeroporto. Oltre ai palazzi c’è una zona di 73 ettari, principalmente a verde. In cui sono presenti alberi ad alto fusto tra i quali querce secolari, aceri, robinie, ailanti, olmi, pioppi e arbusteti di prugnoli, biancospini, rusticani e ornielli. Area “destinata ad essere rasa al suolo per lasciare spazio ad un progetto di lottizzazione che prevede edilizia privata, pubblica e cementificazione indiscriminata”, scrive in una lettera aperta al Comune il Comitato Bertalia- Lazzaretto, che raggruppa persone della zona e del quartiere Navile.“Una nuova comunità residenziale ecosostenibile”, si legge nella sezione Piano per l’abitare nel portale del Comune. Aggiungendo che “A dicembre 2023 è stato messo a bando un concorso di progettazione per realizzare circa 236 alloggi, di cui circa 119 per un nuovo studentato pubblico. Alla fine dei lavori, l’area potrà così ospitare circa 700 persone, fra cui 180 studenti e studentesse”. Il costo stimato per la realizzazione ammonta a circa 55 milioni di euro, interamente finanziati con risorse comunali.Punti di vista diametralmente opposti. Da un lato l’amministrazione comunale del sindaco dem Matteo Lepore. Dall’altro i cittadini che abitano la zona Bertalia-Lazzaretto, nel quartiere Pescarola, sulla quale esiste il progetto. Che prevede, in base al Piano Operativo Comunale con valore ed effetti di Piano Urbanistico Attuativo, l’edificazione di 158.796 metri quadrati di superficie utile, dei quali 94.123 mq destinati a residenziale privato. Un intervento che costituisce parte di un progetto urbanistico più ampio e articolato. Con una previsione edificatoria di oltre 203 mila mq di superficie utile. Un volume realizzato all’incirca per il 50%. Quel su cui si discute ora è l’altra metà.Progetto approvato dal Consiglio Comunale (di Bologna) nel 2017, quindi confermato prima nel 2020, all’epoca del secondo mandato del sindaco dem, Virginio Merola e poi nel 2023. A dicembre il concorso di progettazione, ad ottobre 2024 il progetto vincitore, a novembre l’affidamento della redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica, infine a maggio 2025 l’elaborazione del progetto di fattibilità e il masterplan.“Quest’area ha ospitato campi agricoli, ma soprattutto cave di estrazione di inerti per il settore edilizio ormai dismesse, riempite di materiali di diversa natura, in periodi diversi, modalità e normative differenti”, ha sostenuto il 10 maggio scorso durante una visita guidata il Comitato. “Alcune sono state utilizzate come discariche di rifiuti e presentano contaminazioni nel suolo e nelle falde”. Nonostante ciò, si è spontaneamente ricreata una folta vegetazione che ha dato vita a veri e propri boschetti urbani. Nel 2015 due porzioni compaiono nel “sistema delle aree forestali” come arbusteti. Si tratta quindi di un’area rinaturalizzata e rappresenta per la città un vero e proprio polmone verde che assorbe anidride carbonica e contrasta l’effetto “isola di calore”. Insomma per il Comitato lo stravolgimento che si potrebbe realizzare produrrà problemi nel futuro anche recente.“Vorremmo ricordare che un bosco stabile rinaturalizzato da decenni su un territorio che fu occupato da cave estrattive, non ha la stessa valenza di aiuole e alberelli di nuovo impianto, né dal punto di vista idrogeologico, né dal punto di vista della biodiversità, né dal punto di vista dell’abbattimento dell’inquinamento dell’aria, né dal punto di vista dell’assorbimento dell’acqua meteorica”, scrive nella recente lettera al Comune il Comitato. Aggiungendo che “gli studi sull’impatto ambientale di questo imponente progetto edilizio sono del 2017, su dati raccolti nel 2007, e questo ci pare molto preoccupante, soprattutto stando al cambiamento climatico”.A giugno nel corso del Consiglio di quartiere Navile, il sindaco Lepore ha dichiarato che le previsioni urbanistiche dell’area dovranno essere riviste. Poco dopo l’assessore all’Urbanistica e edilizia privata, pianificazione e progetti strategici, Raffaele Laudani ha annunciato l’avvio a settembre di un laboratorio partecipativo per ripensare il comparto. Promesse, delle quali non si fidano Legambiente Bologna e WWF Bologna Metropolitana che chiedono la reale valorizzazione del verde esistente e potenziale. Come? Dando attuazione alla proposta del 2020 di realizzare il Parco delle Canalette Lame e Ghisiliera, “un’area a bosco di 2,5 ettari, con sentieri ed accessi pedonali per una migliore integrazione con il nucleo storico di Bertalia Pescarola”.Per Bologna il verde sembrerebbe essere diventato un problema. Ora l’abbattimento della maggior parte della vegetazione presente nell’area Bertalia-Lazzaretto. Dopo gli alberi in vaso nel centro, per combattere le alte temperature. Ma anche il giardino Tullio Contiero, conosciuto come Parco San Leonardo, nel quale è previsto l’ampliamento della sede bolognese della Johns Hopkins University. Oltre alle scuole medie Besta, in zona Fiera, all’interno del Parco don Bosco. Possibile che non si riesca a conciliare sviluppo urbano e tutela degli ambienti (spazi) naturali?L'articolo Bologna, il bosco Lazzaretto-Bertalia sarà sostituito da palazzi e studentati. Le proteste: “Cementificazione indiscriminata” proviene da Il Fatto Quotidiano.