Dall’obbligo di copertura esterna ai nuovi controlli, ecco tutte le nuove regole per le piscine (anche domestiche) approvate in Cdm

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Sarà colpa del caldo torrido o semplicemente di quella voglia d’estate che contagia anche i palazzi istituzionali, ma oggi, 30 luglio, sul tavolo del Consiglio dei ministri è sbarcato anche il disegno di legge sulle piscine, che ha ottenuto il via libera. Nello stesso giorno in cui, tra l’altro, al Senato è stato presentato il ddl sulle terme. Ma dietro l’aria vacanziera si nasconde in realtà un tema drammatico, su cui il nuovo provvedimento sulle piscine punta il dito: la sicurezza delle vasche. Il fil rouge del ddl è chiaro fin dalla sua prima riga: «L’annegamento è una delle cause di morte per incidenti nella vita quotidiana». E i vari articoli del testo introducono novità che riguardano non solo le piscine pubbliche, ma anche quelle private e domestiche.Sono 328 i morti all’anno per annegamentoI numeri parlano da soli. Secondo i dati Istat, in Italia muoiono per annegamento in media 328 persone ogni anno. Tra il 2017 e il 2021, sono stati 1.642 i decessi registrati, di cui 206 riguardano bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni. Parliamo di 41 vittime l’anno, con una netta prevalenza maschile (l’81% delle morti in età pediatrica). Ma non si tratta solo di mari, fiumi o laghi: anche le piscine domestiche, sono spesso teatro di tragedie. Il 53% degli annegamenti in piscina riguarda infatti bambini fino a 9 anni. I casi aumentano con l’aumentare dell’età, anche se non in maniera lineare (la fascia di età 1-4 anni presenta più casi di quella 5-9 anni), fino ad arrivare agli adolescenti, che da soli coprono il 53.4% di tutti gli annegamenti compresi tra gli 0 e i 19 anni.Manca un assetto normativo che valga per tutto il PaeseUna situazione che testimonia «l’insufficienza dell’attuale assetto normativo» che valga per tutto il Paese. Ad oggi, infatti, «non tutte le Regioni dispongono di una normativa primaria completa sulla sicurezza e sulla salute dei bagnanti e dei frequentatori delle piscine». Per questo motivo, si legge nel testo «occorre intervenire con una legge dello Stato» che «permetta di definire uno standard di tutela minimo uniforme sull’intero territorio nazionale».Per le piscine domestiche c’è l’obbligo della copertura esternaPassando in rassegna i vari punti, tra tutti spicca l’articolo 23, che fa il punto sulla regolamentazione dedicata a chi ha una piscina domestica, le cosiddette «piscine di categoria B». Nel comma 3 si legge che queste vasche devono essere dotate di dispositivi di sicurezza per garantire igiene, prevenzione degli incidenti e soprattutto ridurre il rischio di annegamento. Così, oltre a un salvagente anulare ogni 100 metri quadrati, è previsto anche un «dispositivo di protezione» che serva a chiudere la piscina e annullare il rischio di incidenti. Si può scegliere tra una barriera invalicabile oppure un telo rigido. Si tratta però di un costo aggiuntivo che ricadrebbe sui privati, sommato a quello già sostenuto per avere una piscina: la barriera invalicabile può arrivare a costare decine di migliaia di euro, mentre un telo in Pvc si aggira intorno a qualche centinaio di euro.Più controlli e aumentano anche le sanzioniPoi, stretta anche sui controlli nelle piscine aperte al pubblico. Il disegno di legge prevede un doppio livello di supervisione: uno interno, a carico del gestore della piscina, e uno esterno, affidato alle Asl. Le aziende sanitarie locali, «ove verifichino nell’ambito delle attività di controllo, situazioni di assenza o di non corretta redazione del piano di autocontrollo», potranno imporre dei correttivi «in base alla gravità del caso». Ma oltre alle sanzioni amministrative – se i comportamenti scorretti vengono reiterati – le Asl potranno disporre anche la chiusura dell’impianto. Nel dettaglio, per il gestore che non garantisce l’assistenza o la sorveglianza dei bagnanti è prevista una sanzione amministrativa compresa tra i 1.000 e i 6.000 euro. A rischiare la multa è sempre il gestore anche in caso di superamento del numero massimo di bagnanti o frequentatori ammessi in vasca: la sanzione parte da un importo base, a cui si aggiunge una quota proporzionale al numero di persone in più presenti in piscina.Arriva la sanzione se non comunichi l’apertura della piscina all’AslNon mancano sanzioni anche per chi omette la comunicazione di apertura della piscina all’Asl. E le piscine domestiche non fanno eccezione: anche i privati saranno tenuti a comunicare l’avvio dell’uso della vasca e a garantire la manutenzione e la sicurezza dell’impianto.Foto in evidenza di Thomas Park su UnsplashL'articolo Dall’obbligo di copertura esterna ai nuovi controlli, ecco tutte le nuove regole per le piscine (anche domestiche) approvate in Cdm proviene da Open.