Mesi di stallo e giochi politici non hanno lasciato indifferente Sergio Mattarella che sfrutta la cerimonia del Ventaglio, al Quirinale, per richiamare i partiti sull’impasse della commissione Vigilanza, arenatasi sulla ratifica di Simona Agnes a presidente della Rai che ha, di fatto, fermato il grosso dell’attività ordinaria dell’organismo. “Il quadro offerto” nella Vigilanza – tuona il capo dello Stato – “sul tema di designazione del presidente della Rai è sconfortante. La libertà vive del funzionamento delle istituzioni, non della loro paralisi”. Parole che fa sue la presidente della commissione, Barbara Floridia, che in passato aveva ventilato la possibilità di rivolgersi al Colle per favorire l’uscita dal guado. Per Floridia da Mattarella è arrivato un forte richiamo “alla responsabilità” ed è quindi “essenziale” che “la Commissione torni a operare pienamente” perché “la libertà non può essere garantita senza istituzioni che funzionano”. La situazione in CommissioneCon la sospensione estiva dei lavori parlamentari alle porte è difficile ipotizzare nuovi tentativi sulla presidenza Rai prima di settembre, considerato (tra l’altro) che in questo momento (sul fronte servizio pubblico) la partita più delicata è quella della legge di riforma per evitare all’Italia una procedura di infrazione per mancato recepimento del Media freedom act dell’Ue. La novità, sul punto, è che si arriverà a ridosso della deadline di agosto con il testo base, presentato dalla maggioranza e arrivato all’VIII commissione del Senato. “Quando l’Europa vedrà che l’Italia sta provvedendo ci darà il tempo di portare a casa il disegno di legge”, ha spiegato Roberto Rosso, senatore Fi che siede in Vigilanza, rassicurando sui rischi di finire sotto la scure di Bruxelles. “Settembre lo dedicheremo alla parte emendativa – ha aggiunto – quindi penso che prima di arrivare alla sessione di bilancio potremo approvarlo in Aula e mandarlo alla Camera”.Cosa prevede la riformaIl testo interviene su diversi aspetti, a partire dalla governance: il mandato del Cda Rai passerebbe da tre a cinque anni e il governo non avrà più poteri di nomina sui suoi membri, sei dei quali verrebbero eletti da Camera e Senato (tre per ciascun ramo del Parlamento) con la maggioranza qualificata dei 2/3 sino alla seconda votazione, mentre dalla terza scatterebbe quella assoluta. Il settimo consigliere, come ora, sarà ad appannaggio dei dipendenti Rai. Alle riunioni del consiglio parteciperanno, senza diritto di voto, anche un rappresentante designato dalla Conferenza Stato-Regioni e uno dall’Anci. Il Cda sceglierà, al suo interno, l’Ad (figura che dunque non verrà eliminata) e il presidente, che avrà un ruolo più centrale e una funzione di equilibrio in ambito editoriale. Come sempre la sua nomina dovrà essere ratificata dalla Vigilanza. Ma anche in questo caso – sull’onda dell’impasse su Agnes – cambiano i quorum: i due terzi sarnno richiesti solo per le prime due votazioni, poi si passerà alla maggioranza assoluta. Capitolo canone: tagli saranno possibili solo “in presenza di condizioni eccezionali debitamente motivate” e l’eventuale decurtazione non potrà essere superiore al 5% “rispetto all’importo dell’anno precedente”. Le reazioni della politica“La riduzione di massimo il 5% non è sufficiente ma la accettiamo”, ha sottolineato il capogruppo della Lega in Vigilanza, Giorgio Mario Bergesio. Il Carroccio, rispetto alla sua proposta, comunque incassa la possibilità, per la Rai, di cedere quote delle proprie partecipazioni sulle controllate mantenendo, per quanto riguarda le società non quotate, “il controllo societario ai sensi dell’articolo 2359 cc”. Il testo, infine, va venir meno i tetti retributivi per Ad e presidente. “Anche pubblico deve poter fruire di professionalità ad alto livello altrimenti si consegnano al privato le migliori competenze”, ha osservato Maria Stella Gelmini, senatrici di Noi Moderati e componente della Vigilanza. Sul testo le opposizioni, per ora, non concedono aperture. Ci sono “più ombre che luci” per Floridia che contesta, in particolare, l’introduzione della maggioranza assoluta sia per l’elezione del Cda che per la ratifica del presidente Rai. In una nota congiunta di M5s-Pd-Iv-Azione e +Europa la proposta viene bocciata e definita “irricevibile”. Questo articolo Rai, il richiamo di Mattarella mentre la maggioranza presenta il testo base della riforma: la situazione proviene da LaPresse