Enrico Pazzali resta in libertà. Lo ha deciso il tribunale del riesame di Milano respingendo l’appello della Procura meneghina, che chiedeva gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Fondazione Fiera Milano, indagato nella maxi-inchiesta per associazione a delinquere, intercettazioni abusive e accesso abusivo a sistema informatico sulla centrale di spionaggio e dossieraggio illecito Equalize, che mercoledì ha visto la chiusura delle indagini preliminari. Il pubblico ministero Francesco De Tommasi aveva fatto ricorso nove mesi fa contro la decisione del Gip che respingeva l’ipotesi di arresti domiciliari, le udienze si erano celebrate quattro mesi fa, tra marzo e aprile. I giudici della libertà hanno rilevato un “grave quadro indiziario” per “tutti gli indagati” dell’inchiesta sui dossieraggi illeciti ma hanno respinto 11 richieste di arresto, fra carcere e domiciliari – tranne quella dell’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia, già arrestato in un filone parallelo per estorsione aggravata dal metodo mafioso – perché non sono state “ravvisate esigenze di tipo cautelare”. Tutte le ordinanze sono state depositate mercoledì – oltre a 4 posizioni per cui il ricorso era stato dichiarato inammissibile nelle scorse settimane – e comunicate giovedì mattina a legali e indagati.La conclusione delle indaginiMercoledì la Procura di Milano aveva notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari nel primo filone dell’inchiesta nei confronti dell’ex presidente di Fondazione Fiera Milano e dei membri della presunta ‘banda di via Pattari’, la strada dove si trovava la sede di Equalize. Sono 202 i capi di imputazione in totale nei confronti di 15 persone: le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, accesso abusivo a sistema informatico, corruzione, detenzione illegale di mezzi per intercettare, falsificazione di comunicazioni, rivelazione di segreto, estorsione e favoreggiamento.Le accuse contro PazzaliPazzali, ex manager di Eur, Vodafone, Regione Lombardia, Sogei e Poste Italiane, sarebbe stato “ideatore, promotore e organizzatore” di una rete di investigatori e 007 privati che ha tratto “profitto” dal commercio di dati sensibili e “informazioni illecite” o le ha utilizzate a “scopo estorsivo” e “ricattatorio” per “influenzare” la politica e l’imprenditoria contro gli “avversari”, si legge nelle 204 pagine del provvedimento firmato dal pm Francesco De Tommasi e dai sostituti della Direzione nazionale antimafia, Antonello Ardituro e Barbara Sargenti, che hanno coordinato l’inchiesta del Nucleo investigativo carabinieri di Varese e del Ros. “Prenderemo quanto prima contezza dell’incartamento processuale in modo da poter esperire ogni più opportuna iniziativa difensiva“, aveva commentato il legale di Pazzali, avvocato Federico Cecconi.Gli altri indagatiFra i destinatari dell’atto, che dalla notifica hanno 20 giorni per rendere interrogatorio o depositare memorie con cui convincere la Procura della propria innocenza, ci sono anche l’informatico-hacker Nunzio Samuele Calamucci, il suo socio Massimiliano Camponovo, il 38enne di Reggio Emilia fornitore della società di business intelligence Giulio Cornelli, gli investigatori privati Luca Cavicchi, Lorenzo Di Iulio, Daniele Rovini, Samuele Abbadessa, Mattia Coffetti, l’ex militare del Ros agente ‘tela’, sedicente appartenente ai servizi segreti, Vincenzo De Marzio. Verso la richiesta di rinvio a giudizio anche Sbraccia, il poliziotto Marco Malerba e il finanziere della Dia di Lecce Giuliano Schiano, i due presunti agenti “infedeli” delle forze dell’ordine attraverso cui Equalize avrebbe accumulato informazioni sensibili con esfiltrazioni dalle banche dati Sdi (precedenti di polizia), Siva (segnalazione di operazioni sospette della Uif di Banca d’Italia), Serpico e Punto Fisco (Sogei, Agenzia dell’Entrate, Guardia di finanza), Anagrafe nazionale della popolazione residente, Inps, Anagrafe dei conti correnti bancari, Etna (numeri di telefono). Informazioni che sarebbero state “sapientemente ‘camuffate’ e ‘mimetizzate'” come “notizie giornalistiche” o provenienti da “fonti lecite” per “occultare l’origine illegale” ma Pazzali, secondo gli inquirenti, sarebbe stato “pienamente consapevole” di come si muoveva il suo “braccio operativo”, l’ex super poliziotto Carmine Gallo, morto d’infarto il 9 marzo dopo 5 mesi di arresti domiciliari e aver collaborato alle indagini assieme a Calamucci, rendendo una mezza dozzina di interrogatori.Le vittime dei presunti dossieraggi“Centinaia di persone” sarebbero rimaste vittime del ‘sistema dei dossier’ orchestrato da spie e hacker in grado di confezionare report riservati a pagamento con cui effettuare ricatti durante liti ereditarie e monitorare compagni e fidanzate, come nel caso di Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del defunto fondatore di Luxottica. Altri dossier avrebbero riguardato celebri sportivi (è il caso di Marcel Jacobs e il suo staff, che però è estraneo alle imputazioni del primo filone), personaggi della musica e dello spettacolo (Alex Britti), giornalisti come Giovanni Pons e Giovanni Maria Dragoni per scoprirne le fonti riservate, esperti di lobby e advocacy per grandi aziende e partecipate, come Giuliana Paoletti, o il ‘nemico’ di Pazzali in Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, espressione delle fondazioni bancarie. Tra i target dal gruppo ci sarebbero anche il presidente del Milan, Paolo Scaroni, la defunta Virginia von Furstenberg, nipote di Gianni Agnelli, Ginevra Caprotti della dinastia imprenditoriale di Esselunga, Paola, Marisa e Clemente Del Vecchio, l’ex ad di Trenord Giuseppe Biesuz, l’imprenditore delle costruzioni Dino Piacentini, i banchieri Massimo Ponzellini e Roberto Mazzotta, l’ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati. Altri casi ancora, probabilmente commissionati da studi legali, avrebbero riguardato soggetti attenzionati dalla Procura di Milano nel 2023 come l’imprenditore Marco Lavatelli (smaltimento illecito di rifiuti in un’indagine della pm Silvia Bonardi) o il consulente del lavoro Gianluca Spolverato (caporalato e corruzione fra privati in Brt e Geodis in un fascicolo del sostituto Paolo Storari), ma anche anonimi dipendenti di multinazionali come Erg della famiglia Garrone che, su richiesta del proprio internal auditor, aveva commissionato un’indagine privata su possibili attività di insider trading sulle materie prime.Renzi si costituirà parte civileIl senatore Matteo Renzi, il cui nome sarebbe presente nelle intercettazioni dell’inchiesta come possibile oggetto di dossier, ha dichiarato di aver dato “mandato ai propri legali di costituirsi parte civile nel procedimento Equalize”. Lo ha riferito una nota dell’ufficio stampa dell’ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva. 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