“Una cosa è sicura, mio figlio non può aver lasciato impronte di sangue nella casa dei Poggi assolutamente, perché mio figlio non è andato in casa dei Poggi ad ammazzare Chiara“. A dirlo è stata la madre di Andrea Sempio, Daniela, intervenendo alla trasmissione di Canale 5, ‘Morning News’. “Poi, che ci sia una macchia di sudore, può essere. Ha frequentato quella casa, ma l’impronta di mio figlio c’è solo in quella parte di casa, e da nessun’altra parte?”, ha aggiunto la donna.Andrea Sempio indagatoIl 38enne è indagato (per la terza volta dopo due assoluzioni) per la morte di Chiara Poggi, avvenuta a Garlasco (in provincia di Pavia) il 13 agosto 2007. La mattina del 14 maggio scorso i carabinieri avevano perquisito la sua abitazione e quella dei genitori. “Credo, fino a prova contraria, all’innocenza di Andrea Sempio e credo nella sentenza definitiva, per cui osserveremo con grande attenzione gli sviluppi di questa indagine. Vedremo che risultati saranno ottenuti insieme a tutti noi e ci ragioneremo come sempre”, aveva detto Luciano Garofano, comandante del Ris ai tempi del delitto di Garlasco. Irritati i suoi legaliIrritati i difensori di Sempio secondo cui in casa sua non sarebbe stato “trovato nulla di rilevante” o “riconducibile” al delitto, aveva spiegato l’avvocata Angela Taccia. “Non cercavano nulla di preciso perché il decreto di perquisizione è molto, molto generico”. Le legale chiarisce anche che il 38enne “non ha mai nemmeno conosciuto le gemelle Cappa” (cugine di Chiara) e quindi non si comprende come possa esistere un collegamento eventuale con loro, ad ogni modo non mai inquisite in 17 anni.Ad oggi Alberto Stasi viene riconosciuto come unico autore del femminicidio. L’ex fidanzato di Poggi è stato condannato in via definitiva a 16 anni, colpevole di aver ucciso la 26enne nella villetta di via Pascoli con un oggetto contundente dal bordo tagliente.Famiglia Poggi: “Procura valorizza ipotesi stravaganti”Per i difensori della famiglia Poggi invece la Procura di Pavia sta “valorizzando ipotesi stravaganti” che ricevono una “immediata diffusione sugli organi di stampa” e lo fa “ignorando quanto accertato in un giusto processo”: quello a Stasi, dove il 41enne è stato condannato sulla base di tutta una serie di elementi, come il paio di scarpe marca Frau numero 42 che combaciano con le impronte sulla scena del crimine, o l’aver omesso di indicare una bicicletta nera da donna nella sua disponibilità, peraltro non sequestrata all’epoca dall’ex comandante dei carabinieri di Garlasco, il maresciallo dei carabinieri Francesco Marchetto (poi condannato per falsa testimonianza).Questo articolo Delitto Garlasco, la madre di Sempio: “Mio figlio non ha ucciso Chiara” proviene da LaPresse