Si autodenuncia dopo essersi accorto di un’anomalia nei propri permessi retribuiti per assistere la moglie invalida: l’azienda lo licenzia

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Da alcuni giorni i dipendenti della Deloro Microfusione, un’azienda metalmeccanica a Fizzonasco di Pieve Emanuele (nell’hinterland di Milano), sono in sciopero in segno di solidarietà per un loro collega. Venerdì 25 luglio, l’operaio Fabio Orlando, 48 anni, si è recato al lavoro alle 8 di mattina come ha sempre fatto negli ultimi venticinque anni. Poche ore più tardi, è stato convocato negli uffici e ha ricevuto una lettera di licenziamento, consegnata a mano. Il 48enne proprio non se lo aspettava ed è svenuto all’istante, prontamente soccorso dai colleghi.Le anomalie della 104 e l’«autodenuncia» ad azienda e InpsFabio Orlando, che lavora come operaio specializzato, ha due figli: uno di 10 e l’altro di 14 anni. Dal 2021 usufruisce dei permessi retribuiti della Legge 104 del 1992 per assistere la moglie, a cui è stata riconosciuta un’invalidità al 75%. Nei mesi scorsi, il 48enne si è accorto di un’anomalia relativa ai propri permessi – dovuta alla mancata revisione dei documenti di invalidità – e lo ha prontamente segnalato, di fatto autodenunciandosi sia all’azienda che all’Inps. In tutta risposta, la Deloro Microfusione ha deciso di licenziarlo, imputandogli di aver goduto di diritti che non gli spettavano, cioè 30 mesi di permessi retribuiti illegittimi. La multinazionale con sede nel Milanese motiva la propria decisione parlando di «condotta lesiva della buona fede» da parte del dipendente e citando un utilizzo «non spettante» dei permesse retribuiti.Lo sciopero e lo stop alla produzione«Dovevo gestire due figli, uno piccolino che mi scappava quando vedeva la mamma star male. Era una situazione molto, molto difficile da gestire. Io facevo da papà, da mamma, le pulizie, cucinavo, le somministravo i farmaci», racconta Fabio Orlando al Corriere di Milano. Il giorno in cui l’azienda gli ha comunicato il licenziamento, i colleghi hanno immediatamente smesso di lavorare in segno di solidarietà, decretando uno sciopero con presidio permanente a cui hanno partecipato 160 dei 193 dipendenti totali. L’obiettivo è il «ritiro del provvedimento disumano». Finché non arriverà, spiegano, la produzione dell’azienda resterà bloccata. «Sembrava ci fosse uno spiraglio. Ma nel pomeriggio hanno fatto un passo indietro, rimanendo sulle loro posizioni», spiega sempre al Corriere Andrea Torti, della Fiom. Il vero obiettivo della controparte, continua il sindacalista, è lanciare un messaggio ai lavoratori: «Vogliono sancire il principio che chi sbaglia paga. Indipendentemente dal contesto».Foto copertina: ANSA/Alessandro Di MarcoL'articolo Si autodenuncia dopo essersi accorto di un’anomalia nei propri permessi retribuiti per assistere la moglie invalida: l’azienda lo licenzia proviene da Open.