“Stop Genocide: quel messaggio durante la rappresentazione dell’Aida all’Arena di Verona l’ho inserito io. È stata una mia decisione personale per aderire alla giornata di protesta contro il genocidio in corso a Gaza. L’ho presa all’insaputa sia di Fondazione Arena, che dell’agenzia per cui lavoro”. Esce allo scoperto il dipendente della stagione lirica veronese, dopo lo scalpore creato poco dopo le 22 di domenica 27 luglio nell’anfiteatro romano, quando all’improvviso la scritta è apparsa sul tabellone elettronico (guarda il video), sull’ultimo gradone, alla destra del palco. Sullo sfondo della scritta c’era la bandiera palestinese e l’incursione non concordata, né prevista, ha suscitato la reazione positiva del pubblico, del coro e degli orchestrali, che hanno cominciato a battere i piedi, il modo che hanno per simulare l’applauso.Francesco Orecchio ha 23 anni ed è un pianista veronese. Al momento non ci sono state reazioni ufficiali al suo gesto, immortalato dai telefonini, che ha fatto il giro del web. “Ho utilizzato l’incarico che avevo durante lo spettacolo dell’Aida per inserire la diapositiva con quella scritta”. Perché lo ha fatto? “Per aderire all’iniziativa nazionale, che si è sviluppata anche a Verona all’esterno dell’Arena. Sarei felice se Fondazione Arena aderisse al mio messaggio e lo inserisse stabilmente”. Al momento dai piani alti dell’ente lirico, che è presieduto dal sindaco di centrosinistra Damiano Tommasi e che ha come sovrintendente Cecilia Gasdia, è stata formulata solo la richiesta di conoscere l’identità dell’autore del gesto simbolico.“Hanno chiesto il mio nome alla responsabile della società per cui lavoro. Anzi, posso dire che quella era la mia ultima serata, perché sono in partenza per l’Olanda dove sarò occupato per un anno come maestro collaboratore del Teatro dell’Opera della capitale olandese”. È stato contattato dalla Digos? “No, per il momento no. Ho sentito che a Verona girano voci secondo cui sarei stato licenziato… ma non è possibile perché ero all’ultimo giorno di lavoro”. Come è stato possibile l’inserimento della scritta? “Ero addetto ai sottotitoli che appaiono sullo schermo, con il testo dell’opera che scorre, seguendo la sequenza del canto. Per questo deve essere impiegato un musicista. L’ho fatto tra il primo e il secondo atto, quando la musica è finita. Poco prima che l’orchestra ricominciasse a suonare ho fatto partire la scritta. Se ne sono accorti tutti. La gente ha iniziato ad applaudire. L’orchestra e il coro hanno cominciato a battere i piedi”. Non è intervenuta una claque? “No, perché nessuno era al corrente di quello che avrei fatto”. Francesco Orecchio vuole aggiungere una precisazione finale. “Sapevo che l’orchestra era diretta dal maestro Daniel Oren, un israeliano. Ma non l’ho fatto per questo. Non ho nulla contro il maestro Oren, è un musicista come lo sono io, e lo apprezzo. È stato un caso che io fossi lì domenica sera a fare i sottotitoli. ‘Stop Genocide’ lo avrei scritto ugualmente, in un’altra serata e con un direttore d’orchestra non israeliano”.L'articolo “Stop genocide” durante l’Aida all’Arena di Verona, l’autore del gesto: “Iniziativa mia, spero compaia ancora” proviene da Il Fatto Quotidiano.