Dazi, Bruxelles ribadisce: “Miglior accordo possibile”. Ma l’intesa non entusiasma gli Stati

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L’accordo Ue-Usa c’è ma non soddisfa. All’indomani dell’intesa raggiunta da Donald Trump e Ursula von der Leyen sull’aliquota unica del 15% sull’import europeo – con alcune eccezioni -, emerge il malcontento di alcuni Stati membri con Bruxelles che corre a difendere il risultato ottenuto. “Questo è chiaramente il miglior accordo che potessimo avere in circostanze molto difficili”, evidenzia il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ribadendo quanto detto dalla presidente della Commissione in Scozia. “Una guerra commerciale può sembrare allettante ad alcuni, ma comporta gravi conseguenze: con un dazio di almeno il 30%, il nostro commercio transatlantico si sarebbe di fatto interrotto”, dice. Dura la reazione della Francia, con il premier Bayrou che parla di “giorno buio” in cui “un’alleanza di popoli liberi, uniti per affermare i propri valori e difendere i propri interessi, decide di sottomettersi”. Per l’ungherese Viktor Orban, “Donald Trump ha mangiato von der Leyen a colazione” e “sarà difficile spacciare questo accordo per un successo”, taglia corto il leader magiaro. “Appoggio l’accordo commerciale ma senza entusiasmo”, dice il premier spagnolo Pedro Sanchez. “Insoddisfatto”, il cancelliere tedesco, Friedrich Merz: “L’economia tedesca subirà un danno considerevole”, afferma. Secondo la premier Giorgia Meloni “bisognerà studiare i dettagli dell’accordo e lavorare ancora perché quello che è stato sottoscritto ieri è un accordo giuridicamente non vincolante, di massima, quindi nei dettagli, su alcune cose bisogna ancora andare, quindi c’è ancora da battersi”.Il nuovo dazio generalizzato del 15% – che comprende anche le tariffe Mfn, della Nazione più favorita, per una media del 4,8% – sarà in vigore dal 1° agosto e riguarda circa il 70% delle esportazioni Ue verso gli Usa, per un valore di circa 380 miliardi di euro. Per la Commissione “questa è la linea, e non andiamo oltre di un centimetro o di un punto percentuale”, spiega un funzionario. Diverse le eccezioni, a partire dal settore dell’acciaio e dell’alluminio, attualmente soggetto a un dazio del 50%. L’intesa prevede l’introduzione in futuro di un sistema di quote tariffarie, legate ai livelli storici degli scambi commerciali. “All’interno di queste stiamo valutando le tariffe Mfn. Oltre, avremmo il 50%, ma dobbiamo negoziare i dettagli”, chiarisce il funzionario. Ci sono poi una serie di prodotti strategici che saranno soggetti a ‘Dazi zero per zero’, tra cui aeromobili e relativi componenti, macchinari per semiconduttori e alcuni prodotti agricoli non sensibili, come frutta con guscio, prodotti ittici trasformati e cibo per animali. In sospeso il vino e i liquori, sui quali sono in corso negoziati. Farmaci e i semiconduttori “al momento sono soggetti a zero Dazi” e, quando gli Stati Uniti trarranno le conclusioni dalle indagini in corso ai sensi della Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, “la linea tracciata” è comunque quella del 15%. Alla luce dell’intesa, le contromisure della Ue dovrebbero essere sospese dal 4 agosto, tenendo presente però “che ci sono” e “se ce ne fosse bisogno, potremmo sempre ripristinarle”. Questo articolo Dazi, Bruxelles ribadisce: “Miglior accordo possibile”. Ma l’intesa non entusiasma gli Stati proviene da LaPresse