Oltre 200 attori, musicisti e professionisti del mondo dei media tedeschi hanno aderito ad un’iniziativa della piattaforma Avaaz intitolata: “Non lasci morire Gaza, signor Merz” con cui esortano il cancelliere Friedrich Merz a interrompere le forniture di armi a Israele e l’applicazione di ulteriori sanzioni. Nella lettera aperta indicano “anche noi condanniamo con la massima fermezza gli orribili crimini commessi da Hamas. Ma nessun crimine legittima la punizione collettiva di milioni di persone innocenti nel modo più brutale”.Tra i firmatari esponenti del mondo del cinema come Jessica Schwarz, Heike Makatsch, Daniel Brühl, Benno Führmann e Jürgen Vogel, ma anche lo scrittore e cabarettista Marc-Uwe Kling (Le cronache del canguro, Un’estate lunga sette giorni) e presentatori televisivi. Apprezzano che Merz abbia preso posizione e criticato il governo israeliano, ma ammoniscono: “Le parole da sole non salvano vite umane”. Sottolineano come i bambini, che non sono coinvolti nella guerra, comunque ne sopportano il peso, sono feriti, traumatizzati, sfollati e muoiono.Per i sottoscrittori Merz è uno dei pochi che può convincere Israele a cambiare corso, e lo esortano a dure misure concrete che non smuoverebbero però Hamas dal desistere alla sua distruzione: bloccare tutte le esportazioni di armi tedesche verso Israele, sostenere la sospensione dell’accordo di associazione U-Israele e chiedere un cessate il fuoco immediato e un accesso senza restrizioni agli aiuti umanitari. “Questi passi sono profondamente in linea con i valori europei e renderebbero inequivocabilmente chiaro al governo israeliano che persino i suoi alleati più stretti non possono più tollerare la sofferenza e che le parole non bastano più” si legge ancora nell’appello per spronare il cancelliere. “La vera umanità – continua il testo – inizia dove finisce il calcolo politico. Intraprendendo azioni decisive per la popolazione civile di Gaza, non rompe con la ragion di Stato tedesca: la sostiene”. L’appello pur ripreso con evidenza dal quotidiano berlinese Tagesspiegel e l’emittente nazionale ZdF non è tuttavia destinato a cambiare la linea del Governo tedesco, attento anche al diritto di Israele di salvaguardare la sua esistenza.La Germania ha peraltro avviato con la Giordania un ponte aereo umanitario per rifornimenti alla popolazione civile ed il ministro degli Esteri Johann Wadephul da giovedì è di nuovo in missione diplomatica in Israele, contemporaneamente all’inviato speciale di Trump Steve Witkoff, per fare pressioni sull’alleato ad alleviare le sofferenze della popolazione di Gaza. L’esito dei colloqui potrebbe influenzare l’adesione della Germania alla richiesta di sanzioni, ma in tal caso si tratterebbe di una novità dirompente nelle relazioni con Gerusalemme la cui incolumità territoriale e sicurezza sono “parte della ragion di Stato tedesca”.Merz ha già rafforzato i toni nei confronti del governo di Netanyahu: “C’è bisogno di un cessate il fuoco globale, non solo di breve termine, a Gaza” ha dichiarato specificando però anche che “affinché ciò accada, Hamas deve finalmente spianare la strada e disarmarsi”. Berlino non intende invece seguire la strada preannunciata dalla Francia del riconoscimento di uno Stato palestinese: “Non consideriamo il riconoscimento come un primo passo, ma piuttosto come uno di quelli potenzialmente finali verso la realizzazione di una soluzione a due Stati” ha dichiarato Merz. Wadephul oggi l’ha ribadito con queste parole: “Una soluzione negoziata a due Stati resta l’unica via che può offrire alle persone di entrambe le parti una vita in pace, sicurezza e dignità. Per la Germania, il riconoscimento di uno Stato palestinese avviene più che altro alla fine di questo processo. Ma tale processo deve iniziare ora”.L'articolo Germania, cinema e cultura in pressing su Merz: “Dica a Israele che anche gli alleati più stretti non sopportano più ciò che accade a Gaza” proviene da Il Fatto Quotidiano.