C’è uno sviluppo nel caso di Michele Noschese, noto come dj Godzi, morto una settimana fa a Ibiza, mentre era in stato di fermo da parte della guardia civil. La famiglia, tramite il procuratore Hugo Valparis Sanchez e l’avvocato Rosanna Alvaro, ha formalmente rinunciato alla richiesta di cremazione in Spagna e ha chiesto di riportare il corpo in Italia. In un’istanza al giudice istruttore della sezione n.2 del Tribunale di Ibiza – come riporta Ansa – si sollecita urgentemente l’autorizzazione al trasferimento della salma a Roma, dove avverrà la cremazione, alla presenza di tutta la famiglia. La decisione è stata presa alla luce di “nuove circostanze personali e familiari”. Inizialmente Giuseppe Noschese, il padre del dj, aveva annunciato l’intenzione di cremare il corpo del figlio a Ibiza per riportarlo in Italia domenica.La richiesta arriva dopo gli ulteriori esami medico–legali (una Tac e una risonanza magnetica) eseguiti nella clinica del Rosario di Ibiza, a cura della famiglia e dopo il consenso dell’autorità giudiziaria. Gli accertamenti avrebbero rilevato fratture di costole e delle due clavicole: nel referto sarebbe però inoltre specificato che tali lesioni “devono essere valutate nel contesto attuale, dopo le manovre autoptiche”. Non è chiaro, tra le altre cose, quale sia il valore di questi esami nell’inchiesta aperta a Ibiza.“Sto leggendo sulla stampa queste informazioni, di cui mi riservo di avere contezza”, aveva dichiarato all’Ansa Giuseppe Noschese, il padre del dj, nei giorni scorsi. “Sto andando in clinica a prendere il referto. Se queste informazioni sono confermate, ovviamente l’intera situazione prende una piega diversa”, ha aggiunto.L’autopsia disposta dalla magistratura spagnola non aveva infatti rilevato segni di violenza né di soffocamento, secondo un rapporto diffuso immediatamente dalla Guardia civil. La morte del dj, avvenuta per arresto cardiocircolatorio, era stata attribuita alla “assunzione continuata di stupefacenti”.La ricostruzione della Guardia CivilSabato scorso Michele Noschese è morto dopo essere stato immobilizzato da agenti intervenuti in seguito alle segnalazioni di vari residenti del complesso di Roca Llisa, a Ibiza, dove viveva il dj, di “gravi alterchi e colluttazioni” in un’abitazione. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, una donna, presunta compagna di Noschese, era fuggita da un balcone per salvarsi dall’aggressione dell’uomo, rifugiandosi nella casa vicina.Al loro arrivo gli agenti hanno visto il giovane, saltato a sua volta dal balcone ed entrato nella casa del vicino di 82 anni, minacciarlo “con un coltello” mentre lo tratteneva per il collo. E sono intervenuti per bloccare l’aggressore, immobilizzandolo. Il dj avrebbe perso conoscenza, ed è morto dopo inutili tentativi di rianimarlo.Un video circolato sui social mostra il 35enne mentre si fa scudo sul balcone dell’anziano vicino poco prima dell’intervento della Guardia Civil. Di diverso tenore le affermazioni rilasciate da un amico della vittima, il quale ha invece sostenuto che Michele Noschese è stato picchiato dopo essere stato immobilizzato e ammanettato, mani e piedi, e messo a terra, a pancia in giù.Il flash mob degli amiciTutti vestiti di bianco perché Michele “era luce”. Gli amici di dj Godzi si sono radunati al Parco Virgiliano di Napoli per un flash mob in suo ricordo. Su un grande striscione c’è scritto “Il tuo sorriso riempirà per sempre i nostri cuori”. Poi una gigantografia di Michele Noschese davanti alla quale sono stati posti fiori, lumini e un pupazzo di Godzilla, quello suo preferito da bambino e che lo aveva ispirato per il nome d’arte. Insieme con gli amici anche la mamma del dj.L'articolo Dj Godzi, la famiglia vuole cremare il corpo in Italia. La nuova perizia smentisce l’autopsia: “Ci sono fratture” proviene da Il Fatto Quotidiano.