Manlio e Giorgio erano due bambini che si ritrovavano ogni estate in campagna, in vacanza, dove si trasferivano con i loro familiari. Erano grandi amici.In genere, organizzavano giochi, gare di corsa e marachelle. Il loro scherzo preferito era quello di cogliere ciliegie dall’albero di un contadino che abitava nei dintorni. L’uomo non se ne era mai accorto oppure faceva finta di non saperlo.Quel giorno, i due birbanti combinarono la consueta sortita.“Ho portato un grande fazzoletto dove nascondere i frutti che non riusciremo a mangiare” disse Manlio.“Il contadino a casa non c’è, ho controllato” esclamò Giorgio muovendosi furtivamente tra un cespuglio e l’altro.“Ecco, ci siamo”. Manlio si fermò a ridosso di un grande ciliegio.“Mi arrampico prima io” disse Giorgio, che era molto agile.Uno dietro l’altro, raggiunsero i rami più alti e più ricchi di frutti.Si sentì una voce: “Ehm, che cosa state facendo?”I due amici sobbalzarono rischiando di cadere rovinosamente.“Chi c’è?” sussurrò Manlio, guardandosi intorno.“Non vedo nessuno” disse con voce incerta il suo compagno.La voce ripeté: “Sono proprio qui, insieme a voi…”“Aiuto! Ci sono i fantasmi!” urlò Giorgio.Fecero per precipitarsi di sotto, ma qualcosa impedì loro di muoversi.“Ehilà, ragazzini, sono io, l’albero di ciliegio, non l’avete ancora capito?”“Che… che vuoi da noi?” balbettò Manlio mentre tentava di nuovo di scendere.“Vorrei sapere che ci fate a cavalcioni dei miei rami”.“Siamo golosi di ciliegie e volevamo farne una scorpacciata. Non c’è niente di male…” protestò Giorgio.“Chi vi ha dato questo permesso?”“Nessuno. I frutti degli alberi sono di tutti…”“Non è vero. Il contadino che mi cura le vende ai negozianti per ricavarne denaro quindi ne ha bisogno per vivere”.“Eh, per tanto poco…” scherzò Manlio. “Che cosa sono un pugno di ciliegie?”“Oggi prendete le ciliegie, domani potrebbe essere qualcosa di più consistente. Dimenticate subito l’abitudine di appropriarvi delle cose altrui e vi troverete bene”.I due ragazzini si guardarono. Era vero ciò che stavano vivendo o era un sogno? Si diedero dei pizzicotti.“Ora facci scendere…” piagnucolarono. “Promettiamo di non farlo più”.“Ho la vostra parola?”“Sì, sì” assicurarono entrambi i birbanti con forza. Finalmente, scesero dall’albero, fuggendo subito dopo a gambe levate.“Che nessuno venga a sapere quello che ci è successo…” raccomandò Manlio con il fiatone.“Ho sentito dire che esiste lo spirito degli alberi, lo spirito dei boschi, lo spirito del mare… sarà vero?”“L’abbiamo sperimentato proprio adesso, ti pare? Ora stai zitto e corri”.Nonostante il grande spavento, i due ragazzini a volte tentavano ancora di arrampicarsi su qualche pianta da frutto ma subito desistevano, risentendo l’eco della voce severa e saggia del ciliegio che cercava di portarli su una buona strada.Maria Rosaria Fortini