FRANKENSTEIN (A love story)ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrandecon Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, ed Enrico Casagrandedrammaturgia Ilenia Caleoadattamento e cura dei sottotitoli Daniela Nicolòassistenza alla regia Eduard Popescuscena e costumi Daniela Nicolò ed Enrico Casagrandedisegno luci Theo Longuemareambienti sonori Enrico Casagrandefonica Martina Ciavattaestratti musicali di Demetrio Cecchitelli, Dario Moroldo, David Lynch, Wovenhand, Bon Iver, Djrum, Jon Hopkins, Arvo Part, Burial, Fontaines D.C., Dans Dans, Mechanical Cabaret, Bones, Jessica Mossgrafica Federico Maglivideo Vladimir Bertozziproduzione Francesca Raimondiorganizzazione e logistica Shaila Chenetpromozione Ilaria Deparicomunicazione Dea Vodopidistribuzione internazionale Lisa Gilardinoufficio stampa comunicattive.ituna produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE).Residenza artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenzadell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule(CH), con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna.L’abito di Mary Shelley è stato disegnato e indossato da Fiorenza Menni nello spettacolo “L’Idealista Magico”We need Monsters and we need to recognise and celebrate our own monstrosities. (J. Halberstam)Frankenstein o Il moderno Prometeo è il tessuto connettivo di questa “nuova creatura”. Un progetto mostruoso composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein.La struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni e la sua stessa biografia, che tanto si riflette nelle vicende dolorose della creatura inascoltata, sono materia da cui partire nella composizione – con la collaborazione drammaturgica di Ilenia Caleo. Il tema della “progenie mostruosa” che Shelley ha ideato per prima – facendoun balzo dal romanzo gotico alla fondazione di quello fantascientifico, è poi ripensato da molt^ studios^ come una figurazione delpossibile – figurazione e favola di un mondo non riproduttivo – dalle vivaci ramificazioni contemporanee nella filosofia postumana. Toccare il non umano, il mostruoso, l’artificiale, sentirne la carne.Il confine pericoloso tra vivente e non vivente. I processi di composizione e decomposizione. Cellule che si autorigenerano fuori dalcorpo umano, tecnologie di hackeraggio della riproduzione e Intelligenze Artificiali in rivolta… La notte in cui Mary Shelley sogna Frankenstein ad occhi aperti ricorda la notte in cui lo scienziato vaga raccogliendo frammenti di cadaveri, come la notte primitiva, dell’inizio del mondo. Scenari di creazione, immaginazione mostruosa. La natura è in tumulto. Nei paesaggi estremi, raggelati, dolorosi, due figure si inseguono, cercando ripari. Rabbia, amore, inquietudine, orrore, e ancoraamore, amore, un eccesso di amore non corrisposto. «Non vedevo né sentivo parlare di nessuno simile a me» – come l’umano,unico della sua specie, anche la creatura è un unico. La solitudine radicale di una creatura inascoltata, intoccabile, che non trovanessun altr^ a cui parlare, che possa pronunciare il suo nome. È sui confini che i mostri proliferano. Tra i mondi. E qui, tra le cucituresuturate di carni e pelli diverse, questo lavoro prova a stare. Il mostro generato è “un infelice”, “a wretch”, come si dice di chi partesvantaggiato, di chi nasce non perfettamente equipaggiato per l’avventura del mondo: ma si ricordi bene che monstrum deriva damonēre, ammonire, e nel monito c’è sempre qualcosa di prodigioso…FRANKENSTEIN (History of Hate)ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrandecon Tomiwa Sanson Segun Aina, Yuan Hu, Enrico Casagrande in video Silvia Calderoni e Alexia Sarantopouloudrammaturgia Daniela Nicolòassistenti alla regia Astrid Risberg, Juliann Louise Larsen, Eduard Popescumusiche Demetrio Cecchitelliscena e costumi Daniela Nicolò & Enrico Casagrandedisegno luci e video Simona Gallo e Theo Longuemareambienti sonori Enrico Casagrandefonica Martina Ciavattavideo Vladimir Bertozzi produzione Francesca Raimondiorganizzazione e logistica Shaila Chenet e Alessandro Patrinipromozione Ilaria Depari e Beatrice Ottavianidistribuzione internazionale Lisa Gilardinocomunicazione Dea Vodopiuna produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Snaporazverein (CH) e Romaeuropa Festivalresidenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Sardegna Teatro e IRA instituteTutto era quiete e gioia, tutto all’infuori di me;io, come Lucifero, portavo in me l’inferno;e poiché nulla amavo, sentivo il desiderio di sradicare gli alberi,di spargere all’intorno sterminio e distruzionee di sedermi poi a gioire fra le rovine.(Frankenstein, Mary Shelley)Con il movimento conclusivo del progetto Frankenstein estendiamo la “mappatura dell’orrore” partorita dalla mente di una giovanissima Mary Shelley, per spostare il fuoco sul momento in cui la creatura inizia a percepirsi irrevocabilmente esclusa dalla beatitudine apparente degli umani, che la rifiutano solo per il suo aspetto non conforme.Questo atto finale tratta di quel terribile click che fa convertire l’amore in odio, la benevolenza in violenza, ed è connesso drammaturgicamente al nuovo film/documentario dal titolo [ÒDIO] (vincitore dell’ITALIAN COUNCIL 2024), che sarà presentato nel Marzo 2026 al museo Mambo di Bologna. Il docu-film è un’indagine a tutto campo, basata su interviste con giovani di diverse estrazioni, sul tema della vendetta e della violenza subita e perpetrata… perché chi odia non è mai felice.Abbiamo sentito necessario rivolgerci a questa generazione, perché in un certo senso la creatura (che non ha età) attraversa un processo di “crescita” in totale solitudine sino al momento in cui scopre “la figura del padre” (che l’ha assemblata), trovando il suo diario… Sentendosi rifiutata comincia a sviluppare una serie di atteggiamenti di rivalsa tipici dell’età dello sviluppo verso l’istituzione familiare assente e la società in genere.La creatura passa velocemente da un amore tenero (e ossessivo) per il dottor Frankenstein a un odio inestinguibile. Percependo la propria mostruosità e inadeguatezza, si perde in un universo di sentimenti contrastanti, che spesso le fanno perdere controllo. Qualcosa di simile al caos emotivo che abita tanti adolescenti di oggi. Stanno proliferando in maniera esorbitante fenomeni di violenza, femminicidio e bullismo fra giovanissim*, qualcosa che non si era mai verificato prima con tale intensità.Vogliamo, come spesso accade nel nostro percorso, indagare, provare a capire, perché.Tra le fiamme del fuoco prometeico che attraversa questo secondo atto, alla voce della creatura si sovrappongono dunque altre voci / testimonianze / “confessioni”, di giovani incontrat* in ambiti diversi – dalle scuole ai centri di ritrovo e accoglienza di piccole e grandi città – che, parallelamente alle vicende dei capitoli finali del romanzo, saranno incarnate da due nuovi/e misteriose interpreti.Testimoni sopravvissuti/e alla vicenda? Il capitano Walton e la sorella Margaret?Il film, che è l’ossatura di tutto lo spettacolo – sarà girato prevalentemente fra gli ecomostri incompiuti della Calabria – terre di nessuno, ambienti apocalittici, un nuovo mondo (senza di noi) dopo la scomparsa di “The Last Man”- che è anche il titolo dell’ultimo, bellissimo, romanzo, di Mary Shelley. Un viaggio nella darkness di questi giorni, necessario e spietato, che, come tutte le discese agli inferi, porterà noi – e chi ci ha seguito nel viaggio – a riveder le stelle!FABRIANO_TEATRO GENTILE venerdì 26 settembre ore 21Biglietto euro 10 presto in vendita INFO AMAT & BIGLIETTERIA DEL CIRCUITO 071 2072439 [lunedì – venerdì orario 10 – 16]L’acquisto on line comporta un aggravio del costo in favore del gestore del servizio e non consente di accedere alle categorie di riduzione.