L’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff è arrivato in Sardegna e dovrebbe restare in Costa Smeralda sino a domenica 27 luglio. L’obiettivo è quello di portare avanti le fasi preliminari dei negoziati di pace su Gaza e sul rilascio degli ostaggi incontrando il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. Secondo quanto appreso, i colloqui si stanno svolgendo a bordo di uno dei mega yacht ormeggiati davanti alla costa della Gallura, lussuosa meta preferita dai vip e per lui sarebbe stato allertato uno degli alberghi esclusivi della Costa Smeralda che potrebbe avere riservato una delle camere. Witkoff è giunto nell’Isola in gran segretezza, con solo un minimo dispositivo di sicurezza approntato dalle autorità italiane. Witkoff in Sardegna e la scelta della GalluraL’invitato dell’amministrazione Trump Steve Witkoff dovrebbe fermarsi in Costa Smeralda fino a domenica. Witkoff incontrerà il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani per trovare un eventuale accordo tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza e sul rilascio degli ostaggi. È possibile che la scelta della Gallura come luogo dell’incontro sia stata opera del Qatar. Il Paese, attraverso il suo fondo sovrano e il braccio operativo Qatar Holding, detiene infatti la proprietà di buona parte degli alberghi di lusso della Costa Smeralda. A Olbia è anche presente l’ospedale privato Mater Olbia, nato in collaborazione tra Qatar Foundation Endowment e Fondazione Policlinico Universitario.Israele valuta la proposta di una tregua, ma il ministro Ben-Eliyahu dice: «Tutta Gaza sarà ebraica»Secondo i media locali, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe confermato di aver ricevuto l’ultima risposta di Hamas alla proposta di un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi, aggiungendo che stava esaminando il documento. Secondo quanto dichiarato da una fonte israeliana al Times of Israel, la risposta aggiornata di Hamas è «praticabile». Altri funzionari israeliani – riferisce la tv Channel 12 – parlano invece di «progressi non significativi» per «l’irrigidimento delle posizioni di Hamas» sui punti principali degli accordi. In effetti, è di pochi istanti fa la dichiarazione del ministro israeliano Amihai Ben-Eliyahu, che ha affermato che: «Tutta Gaza sarà ebraica… il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male. Stiamo spingendo la popolazione che si è istruita sul Mein Kampf». Ben-Eliyahu fa parte della destra ultranazionalista ed è stato citato dal giornalista Axios Barak Ravid du X. July 24, 2025 La posizione dell’Ue: «C’è ancora molto da fare»Intanto, a Bruxelles sono giunte le prime notizie sul rispetto dell’intesa, che uno dei portavoce della Commissione incalzato dalla stampa ha commentato così: «Israele ha compiuto alcuni sforzi sulla base dei parametri concordati. Il numero di camion che entrano a Gaza è aumentato, sono stati aperti nuovi attraversamenti e percorsi e le scorte di carburante sono aumentate, ma la situazione rimane disastrosa. C’è molto, molto da fare ancora». Sempre secondo quanto riportato, ieri, mercoledì 23 luglio, gli ambasciatori dell’Ue avrebbero ricevuto il primo aggiornamento sull’attuazione degli impegni umanitari di Israele. «I civili di Gaza soffrono da troppo tempo e in modo eccessivo. È giunto il momento di interrompere il ciclo di sofferenza e il ciclo di violenza deve fermarsi ora, Israele deve dare seguito alle sue promesse», ha evidenziato il portavoce. L’appello dei giornalisti: «Fateci entrare e uscire da Gaza»La situazione nella Striscia è sempre più critica anche per i professionisti dell’informazione che lavorano sul campo. Così alcuni delle agenzie d’informazione più importanti a livello internazionale, come Afp, Ap, Reuters e Bbc hanno chiesto a Israele di «permettere ai giornalisti di entrare e uscire da Gaza». Nel comunicato congiunto, le agenzie hanno ribadito che «i giornalisti devono affrontare molte difficoltà in una zona di guerra. Siamo profondamente preoccupati che la fame ora minacci la loro sopravvivenza».L’iniziativa solidale di Coop e Medici Senza FrontiereDal 29 luglio al 30 settembre 2025, inoltre, Coop avvierà la raccolta fondi #CoopforGaza, un’iniziativa solidale a favore della popolazione di Gaza. La campagna nasce su richiesta di Medici Senza Frontiere, con l’obiettivo di potenziare le strutture sanitarie gestite o supportate dall’organizzazione medico-umanitaria nella zona colpita dal conflitto. Alle donazioni dei soci e dei consumatori si affiancherà un primo contributo diretto di Coop pari a 500.000 euro. Con questa iniziativa, Coop auspica la cessazione della violenza nella Striscia e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti dopo l’attacco del 7 ottobre.L'articolo Gaza, l’inviato della Casa Bianca a Olbia, proseguono i negoziati, ma Israele continua la linea dura: «Tutta Gaza sarà ebraica» proviene da Open.