A quasi tre anni dal suo mandato, Giorgia Meloni è emersa come una delle figure più interessanti d’Europa. Il Time incorona la presidente del consiglio, definendola come una persona che ha smentito i suoi detrattori. La copertina lo dimostra, sia con riferimenti di merito a scelte e policies specifiche, sia come modus operandi, passando per la prospettiva geopolitica che si apre adesso per chi guida il governo italiano: “Il modo in cui guiderà la nazione potrebbe cambiare il mondo”, scrive la prestigiosa rivista americana.Punto di partenza le sue origini: senza laurea, la sua ascesa ha sfidato le aspettative dei suoi pari. Si oppone a quello che definisce un globalismo “omogeneizzante”, ma è sostenitrice dell’integrazione europea. È la prima leader donna in Italia e afferma di aver dovuto “affrontare stereotipi ridicoli” nella sua carriera, ma respinge i tentativi del governo di risolvere questi o altre forme di discriminazione, che definisce “quote”. Rivendica le vittorie dei conservatori nella stabilizzazione del governo italiano, notoriamente caotico, e nel miglioramento del suo rating del debito, perseguendo al contempo un’agenda politica in linea con il gruppo globale di leader autoritari emergenti puntando su azioni concrete come il consolidamento del potere esecutivo, la repressione dei media, il controllo sulla magistratura, la lotta agli immigrati clandestini e la limitazione di alcune forme di protesta. Questo il cuore dell’analisi, che dopo la premessa fisiologica affronta il nodo delle politiche europee e mondiali: la capacità di cambiare paradigma.È accaduto, scrive il Time, ad aprile, quando Meloni è arrivata a Washington per la visita nello studio ovale e ha superato la prova pubblica con “compostezza”. Ma il momento decisivo, aggiunge, è arrivato dopo che la stampa se n’era andata, quando l’argomento si è spostato sulla guerra dell’Ucraina con la Russia. “Meloni ha difeso con veemenza Zelensky e la necessità di sostenere l’Ucraina fino alla fine. Trump ha ascoltato e ha risposto, ma senza che lo scambio diventasse polemico, dice Meloni. ‘Lui è un combattente, e io sono una combattente, afferma”.E ancora, ha fatto sì che l’Italia fosse ben lontana dal governo autoritario che i critici di Meloni sostengono che lei voglia. “Meloni ha rinnegato il fascismo e l’antisemitismo. I suoi più accaniti detrattori politici riconoscono la sua tangibile svolta verso il centro. Esistono controlli per impedire il tipo di svolta verso un autoritarismo illiberale che si è verificato altrove in Europa”. La premier punta ad un sistema con un potere esecutivo più forte e sostiene un modello democratico che possa accogliere i partiti di estrema destra, invece di limitarsi a un sistema di controllo.E il suo primo viaggio è stato a Bruxelles per incontrare la Presidente della Commissione Europea, von der Leyen, tradizionalmente conservatrice, che era stata scettica sull’ascesa di Meloni. Nel mezzo i numeri: il governo Meloni 1 è tra i cinque più longevi della storia repubblicana italiana.