“L’inchiesta sull’urbanistica di Milano? Queste storie noi le abbiamo raccontate prima che venisse aperta l’inchiesta della magistratura. L’inchiesta è nata da una denuncia di un urbanista onesto che ha scritto al Fatto Quotidiano quello che succedeva a Milano, quindi noi non è che abbiamo aspettato la procura per poi copiare le carte come dice qualche scemo. Noi abbiamo anticipato l’inchiesta della procura grazie a Gianni Barbacetto ed altri nostri giornalisti che hanno raccontato i fatti prima”. Sono le parole del direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ospite de L’aria che tira (La7), sull’inchiesta dell’urbanistica di Milano, su cui aggiunge: “I fatti stanno nelle decisioni della pubblica amministrazione. Non è che deve arrivare il magistrato perché uno li noti. È curioso che li abbiamo notati soltanto noi per tanto tempo. Lì c’era un sistema tale per cui il sindaco nominava progettisti a giudicare i progetti dei costruttori per i quali lavoravano gli stessi progettisti che facevano gli arbitri e i giocatori contemporaneamente. La città – spiega – ci rimetteva in consumo del suolo, consumo di aria, consumo di paesaggio e soprattutto in mancati oneri di urbanizzazione, perché a questi signori venivano fatti pagare degli oneri di urbanizzazione alla città che erano ridicoli rispetto al valore dei grattacieli che tiravano su dai capannoni”.Il direttore del Fatto commenta poi un passaggio del discorso del sindaco di Milano Beppe Sala, in riferimento al “Pirellino”, ex sede di uffici comunali. L’edificio è stato venduto a privati per una cifra pari al doppio della base d’asta, ma dopo la vendita il Comune ha cercato di imporre ai nuovi proprietari un vincolo di utilizzo sociale per almeno il 40% della struttura. Ne è nato un contenzioso: i costruttori hanno fatto causa, inizialmente perdendo al Tar, ma ottenendo poi ragione dal Consiglio di Stato, che ha bocciato l’imposizione del Comune. Per questa vicenda, Sala è indagato per “induzione indebita”.“Può essere che in un caso abbiano sfavorito un costruttore – osserva Travaglio – ma infatti in questa inchiesta non si dice che venivano favoriti tutti i costruttori, ma che venivano favoriti solo i costruttori che facevano parte del giro giusto. Ci sono progetti enormi che vengono bocciati quando a presentarli è il costruttore del giro sbagliato e che poi vengono approvati dalla stessa Commissione Paesaggio, tutta nominata dal sindaco, quando a presentarli è un altro del giro giusto. Bastava cambiare progettista spesso per farsi approvare un progetto che prima veniva respinto”.L'articolo Travaglio a La7: “Sul caso Milano il Fatto è arrivato prima della procura, altro che copiare le carte come dice qualche scemo” proviene da Il Fatto Quotidiano.