Epstein, Wsj: Trump fu avvertito da ministra Bondi che compariva nei file. Commissione Camera convoca Dipartimento Giustizia

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Una sottocommissione del Comitato per la Vigilanza della Camera dei Rappresentanti ha votato per emettere una citazione in giudizio nei confronti del Dipartimento di Giustizia, al fine di ottenere i fascicoli relativi all’indagine su Jeffrey Epstein. Tre repubblicani hanno votato insieme ai democratici, facendo approvare la misura con otto voti a favore e due contrari. Il voto è avvenuto poche ore prima della sospensione dei lavori della Camera per la pausa estiva.Wsj: Dipartimento Giustizia avrebbe avvertito Trump che era nei file di EpsteinI funzionari del dipartimento di Giustizia che all’inizio dell’anno hanno esaminato i documenti relativi a Jeffrey Epstein hanno scoperto che il nome di Donald Trump compariva più volte. Lo scrive il Wall Street Journal citando alti funzionari dell’amministrazione. A maggio, la ministra della Giustizia Pam Bondi e il suo vice hanno informato il presidente, in un incontro alla Casa Bianca, che il suo nome era presente nei documenti su Epstein, hanno riferito le fonti del Journal. Anche molti altri personaggi di alto profilo, venne riferito a Trump, erano citati nei documenti.Le fonti del Wsj hanno anche riferito che quello avvenuto a maggio era un briefing di routine che copriva diversi argomenti e che la presenza di Trump nei documenti non era l’aspetto principale. Durante l’incontro, Bondi e il suo vice dissero a Trump che i documenti contenevano informazioni non verificate su centinaia di persone, tra cui lo stesso presidente, che in passato avevano socializzato con Epstein. Bondi e il suo vice riferirono inoltre a Trump che alti funzionari del Dipartimento di Giustizia non avevano intenzione di pubblicare altri documenti relativi alle indagini su Epstein perché il materiale conteneva materiale pedopornografico e informazioni personali delle vittime. Trump, secondo le fonti del Wsj, durante l’incontro disse che si sarebbe rimesso alla decisione del dipartimento di Giustizia di non pubblicare ulteriori documenti. L’incontro, rileva il Wsj, pose le basi per la conclusione dell’indagine avviata da Bondi, che a febbraio aveva dichiarato che “la lista dei clienti di Epstein è sulla mia scrivania in questo momento per essere esaminata”. Trump la scorsa settimana ha dichiarato, in risposta alla domanda di un giornalista, che Bondi non gli aveva detto che il suo nome era nei documenti. Casa Bianca: “E’ una fake news”“Questa è un’altra fake news, proprio come il precedente articolo del Wall Street Journal”. Lo ha dichiarato Steven Cheung, direttore della comunicazione della Casa Bianca, in risposta all’articolo del Wsj secondo il quale la ministra della Giustizia Pam Bondi a maggio avvertì Donald Trump che il suo nome era presente nei file su Jeffrey Epstein. Il Wsj ha già pubblicato nei giorni scorsi un altro scoop che ha rivelato l’esistenza di una lettera dai toni ambigui inviata da Trump a Epstein nel 2003 per il 50esimo compleanno del finanziere. In risposta a quell’articolo Trump ha avviato una causa pe diffamazione contro il Journal per 10 miliardi di dollari. In una dichiarazione al Wall Street Journal relativa all’articolo pubblicato oggi, la ministra della Giustizia Pam Bondi e il vice procuratore generale, Todd Blanche, hanno affermato che nulla nei documenti giustificava ulteriori indagini o procedimenti giudiziari. “Come parte del nostro briefing di routine, abbiamo informato il presidente dei risultati”, hanno affermato. Questo articolo Epstein, Wsj: Trump fu avvertito da ministra Bondi che compariva nei file. Commissione Camera convoca Dipartimento Giustizia proviene da LaPresse