O i soldi, o l’autonomia. Con l’approvazione alla Camera del Decreto Sport, la FederTennis di Angelo Binaghi si troverà di fronte ad una scelta: condividere con “Sport e Salute”, cioè la partecipata governativa a guida meloniana, la gestione delle ricchissime Atp Finals di Torino, altrimenti rinunciare a oltre 100 milioni di contributi pubblici che erano stati previsti per la manifestazione.È questo il compromesso finale trovato dalla maggioranza per l’articolo che riguarda il torneo di fine stagione che coinvolge i migliori tennisti del pianeta e si svolgerà in Italia fino al 2030. La vicenda è nota: con un colpo di mano a sorpresa, il governo ha deciso di occupare politicamente le Finals, forse l’unico grande evento sportivo che funziona in Italia. Un’autentica gallina dalle uova d’oro per la FederTennis, che fin qui l’aveva sempre gestita in totale autonomia e che in futuro invece dovrà farlo insieme allo Stato. Non solo con la creazione di un nuovo Comitato organizzatore a maggioranza istituzionale, ma anche e soprattutto con una Commissione tecnica e di gestione in cui avrà un ruolo centrale la società pubblica Sport e Salute, che fin qui era stata utilizzata solo come semplice fornitore, e invece diventerà di fatto partner dell’evento, mettendo bocca su tutti i contratti e gli appalti, cioè dove girano davvero i soldi.Il provvedimento ha sollevato un polverone politico (c’è chi ha parlato addirittura di “occupazione fascista” del tennis) e suscitato le forti proteste della Federazione, appoggiata dalla Atp, l’associazione internazionale, che ha anche inviato una lettera in cui minaccia possibili sanzioni. Binaghi, con la sponda dell’opposizione ma anche di pezzi di maggioranza (in particolare il collega ed amico Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia) ha cercato in tutti i modi di disinnescare il decreto, o almeno ammorbidirlo.Ovviamente il governo non ha fatto passi indietro. La norma resta, anzi per certi aspetti tecnici, nella formulazione definitiva, il ruolo centrale di Sport e Salute appare perfino rafforzato. È stato accolto, però, l’emendamento di Forza Italia che vincola la legge ai soldi pubblici (che poi era un po’ quello che chiedeva Binaghi): tutto quanto previsto dalla norma – il nuovo Comitato organizzatore, la Commissione tecnica e di gestione, ecc. – si applica soltanto se la FederTennis riceve i contributi, altrimenti resta tutto così com’è. E del resto come poteva essere il contrario, sarebbe stato assurdo imporre la presenza dello Stato in un evento totalmente privato. Inoltre, viene fissata per tutti i grandi eventi sportivi – e non solo le Atp Finals – una soglia di 5 milioni di euro per la compartecipazione statale: se si supera questa cifra, il soggetto organizzatore dell’evento dovrà obbligatoriamente o avvalersi di Sport e Salute per l’organizzazione (con una convenzione da pagare proprio con i finanziamenti ricevuti), oppure rifarsi alle procedure a evidenza pubblica, e rendicontare il tutto.Così quella che era un’invasione politica in piena regola – con l’intento smaccato (che c’era e rimane) di coinvolgere i meloniani di Sport e Salute nella gestione degli appalti più ricchi dello sport – adesso assume una connotazione più sensata. Che chi riceva dei soldi pubblici debba in qualche maniera darne conto, è sacrosanto. E i contributi devono servire a promuovere un evento che senza non sarebbe sostenibile, non certo a far fare utili agli organizzatori (come invece successo negli ultimi anni alla FederTennis). Per quanto riguarda le Atp Finals, però, la nuova norma, che presto diventerà legge, pone Binaghi a un bivio: mantenere il pieno controllo dell’evento significa perdere quasi 100 milioni di euro (perché a tanto ammonta il contributo stanziato e spalmato sulle prossime 5 edizioni). Un po’ era quello che aveva chiesto lo stesso Binaghi, ma non è una cifra a cui si rinuncia a cuor leggero. Altrimenti dal 2026 a Torino ci saranno pure i luogotenenti del governo.X: @lVendemialeL'articolo Vuoi gestire da solo le Atp Finals? Allora rinunci a 100 milioni: la mossa finale del governo mette Binaghi di fronte a un bivio proviene da Il Fatto Quotidiano.