L’italiano detenuto ad Alligator Alcatraz: “In 32 in gabbia”. La madre: “Con catene a mani e piedi in udienza”

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“Siamo letteralmente in gabbia, come in un pollaio. Fateci uscire da questo incubo”. Dopo 8 giorni dentro Alligator Alcatraz, il centro per migranti irregolari voluto da Donald Trump, l’italiano Gaetano Mirabella Costa lancia un appello alle istituzioni italiane.Attraverso i microfoni del Tg2, l’uomo spiega: “Siamo in 32 in una gabbia, i bagni sono aperti, tutti ti vedono”. La madre, tra l’altro, ha spiegato che il figlio è stato portato in udienza “con catene ai piedi e alle mani, come un cane”. Il 45enne di origini siciliane ha anche denunciato di non avere la “possibilità di parlare con un avvocato e nemmeno con un giudice”.Nato a Taormina nel 1980, Mirabella Costa è stato trasferito nel penitenziario lo scorso 9 luglio. È stato arrestato il 3 gennaio 2025 per detenzione di sostanze stupefacenti senza regolare prescrizione medica, aggressione e aggressione nei confronti di una persona con più di 65 anni ed è stato recluso presso il carcere della Contea di Marion (Florida).Il suo procedimento giudiziario si è concluso il 7 maggio con condanna a sei mesi di detenzione. A seguito della scarcerazione, è stata disposta la deportazione in Italia per violazione delle norme migratorie. Negli scorsi giorni, l’altro italiano, Fernando Eduardo Artese, fermato perché non aveva il permesso per restare negli Stati Uniti, aveva parlato al Tampa Bay Times: “Questo è un campo di concentramento. Ci trattano come criminali”, aveva spiegato. Costruito in mezzo alle paludi delle Everglades, in Florida, Alligator Alcatraz deve il suo nome al fatto di essere circondato da alligatori e pitoni per chi volesse tentare la fuga.L'articolo L’italiano detenuto ad Alligator Alcatraz: “In 32 in gabbia”. La madre: “Con catene a mani e piedi in udienza” proviene da Il Fatto Quotidiano.