AGI - Centosessantuno voti a favore, zero contrari, zero astenuti: il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge che introduce nel codice penale il nuovo reato di femminicidio. Il testo passa ora all’esame della Camera. Il provvedimento istituisce il nuovo articolo 577-bis del codice penale, dedicato specificamente all’omicidio di una donna "in quanto donna", riconoscendo così il carattere strutturale e sistemico della violenza di genere. Il disegno di legge punta a rafforzare la tutela penale nei casi in cui il movente del delitto sia legato al genere della vittima, andando oltre le aggravanti generiche e inserendo una fattispecie autonoma di reato.Si introduce così una fattispecie autonoma di omicidio, punita con la pena dell’ergastolo per "chiunque cagioni la morte di una donna, commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna". Il reato di femminicidio è considerato integrato anche quando l’omicidio avviene in seguito al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto diretto a limitare le sue libertà individuali. Il disegno di legge prevede inoltre una deroga al limite massimo di 45 giorni per le intercettazioni, applicabile nei casi più gravi di violenza contro le donne, così da rafforzare gli strumenti investigativi a disposizione della magistratura e delle forze dell’ordine.Roccella: "Dare un nome al fenomeno per combatterlo""La storia d'Italia ci ha insegnato che dare un nome ai fenomeni, descriverne i caratteri, dotarsi di strumenti per contrastarli, è importante non solo per la trattazione dei singoli casi ma anche perché le leggi fanno parte della cultura di una Nazione e contribuiscono a formarla". Lo dichiara Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità. "Oggi il Senato, dopo un lavoro approfondito in Commissione Giustizia - prosegue Roccella -, ha scritto una pagina importante nella lotta alla violenza contro le donne, e sono felice che lo abbia fatto all'unanimità. Tipizzare il reato di femminicidio non significa certo usare sociologicamente il diritto penale o creare una classifica di gravità degli omicidi in base al genere della persona uccisa. Significa riconoscere la specificità di un fenomeno e dunque prevenirlo e creare le condizioni per contrastarlo con più efficacia, tanto sul piano operativo e della formazione, quanto sul piano culturale. Sapere con cosa abbiamo a che fare è un passo fondamentale per combattere questa piaga. L'Italia, fra i primi Paesi a tipizzare il reato di femminicidio - conclude la ministra -, è ancora una volta un esempio per il mondo".