Inchiesta urbanistica, Sala va avanti: “Le mie mani sono pulite”

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Avanti, “più motivato che mai a proseguire nell’incarico”, nel solco “dell’insegnamento di mio padre” a compiere il proprio dovere “fino in fondo”. Dopo giorni bui e “confusi”, seguiti alle notizie dell’indagine a suo carico nel nuovo filone della Procura di Milano sull’urbanistica, il sindaco di Milano Beppe Sala annuncia in Consiglio comunale l’intenzione di non dimettersi, elencando le prossime sfide, non da poco, che attendono la città nei due anni che lo separano dalla fine del secondo mandato. Dal Piano straordinario per la Casa da 10mila alloggi, passando dal miglioramento del trasporto pubblico al verde, fino al percorso consiliare per la vendita dello Stadio di San Siro da “riavviare a settembre, con l’obiettivo di rispettare i tempi che il progetto richiede”. Chi lascia è invece l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per il quale i pm hanno chiesto gli arresti domiciliari, commosso e anche “molto deluso” da alcune forze di maggioranza che si sono “limitate a chiedere le mie dimissioni – ha affermato – senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto”. “Le mie mani sono pulite. In tutto ciò che ho compiuto nel mio mestiere di sindaco, non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio personale vantaggio”, ha esordito Sala nelle sue comunicazioni nell’affollata Aula del Consiglio. Mentre nel merito delle accuse mosse a suo carico – false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone e induzione indebita a dare o promettere utilità – “la giustizia farà il suo corso” e non è questa la sede per dare giudizi sull’operato della magistratura” ma “sta bene a chi governa o ambisce a governare una città o un Paese che indagini riservate diventino pubbliche?”, è la domanda posta alla politica dal primo cittadino. “Ricordo a chi approfitta, politicamente, di situazioni come quella che la mia amministrazione sta vivendo: oggi a me, domani a te”, il messaggio mandato da Sala. Quindi l’affondo contro una parte dell’opposizione (“se vi abbandonate a gesti plateali e a schiamazzi d’aula nella speranza di destabilizzarmi non avete alcuna possibilità”) e in particolare verso il consigliere FdI Enrico Marcora, che nei giorni scorsi aveva postato (e poi rimosso) una foto del primo cittadino da “galeotto”. “Ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, nella fattispecie al Presidente del Consiglio e al Presidente del Senato”, l’attacco di Sala. “Lei è un piccolo sindaco”, la replica di Marcora. Quindi il primo cittadino si è rivolto al centrosinistra: “Noi, nessun altro, abbiamo il dovere di mantenere gli impegni assunti nei confronti degli elettori e delle elettrici: far crescere Milano. Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c’è, e c’è coraggiosamente, io ci sono”, le parole che hanno allontanato l’ombra delle dimissioni. Un passo indietro annunciato invece da Tancredi, abbracciato dai colleghi assessori: “La mia coscienza è pulita: questo mio gesto spero sia di aiuto per una maggiore serenità, e per giungere il prima possibile a una dimensione di chiarezza e giustizia” è l’auspicio espresso dal tecnico prestato alla politica, che mercoledì dovrà affrontare l’interrogatorio di garanzia. La seduta è quindi andata avanti con il dibattito tra consiglieri, mentre in piazza Scala alcuni momenti di tensione quando alcuni manifestanti che chiedevano il passo indietro della giunta hanno tentato di entrare a Palazzo, venendo respinti con gli scudi dalla Polizia in assetto antisommossa. “La giustizia faccia il suo corso ma non fermi Milano”, ha commentato il vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani. Mentre la Lega ha rimarcato il suo giudizio “pessimo” sul lavoro del sindaco ribadendo la richiesta di “tornare al voto”. “Noi siamo con Sala, ora segnali di cambiamento”, spiega il segretario del Pd metropolitano Alessandro Capelli. “Sala vai avanti, Iv è dalla parte della giustizia, non del giustizialismo”, la posizione di Matteo Renzi. Questo articolo Inchiesta urbanistica, Sala va avanti: “Le mie mani sono pulite” proviene da LaPresse