L'allarme di cento Ong: "Carestia di massa" a Gaza

Wait 5 sec.

AGI - Oltre un centinaio di organizzazioni umanitarie hanno lanciato un allarme mercoledì, segnalando una "carestia di massa" in rapida espansione nella Striscia di Gaza, già gravemente provata dal conflitto. Alla fine di maggio, le autorità israeliane avevano parzialmente attenuato il blocco totale imposto a Gaza all'inizio di marzo, una misura che aveva acuito drasticamente la carenza di cibo, medicinali e altri beni di prima necessità. "Mentre una carestia di massa si diffonde nella Striscia di Gaza, i nostri colleghi e le persone che aiutiamo stanno scomparendo", hanno dichiarato le ONG in un comunicato congiunto. Tra le firmatarie figurano Medici Senza Frontiere, diverse sezioni di Medici del Mondo, Caritas, Amnesty International e Oxfam International.Richiesta di cessate il fuoco Le organizzazioni umanitarie chiedono un cessate il fuoco immediato, l'apertura di tutti i varchi terrestri e la garanzia di un flusso libero degli aiuti umanitari. L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha accusato l'esercito israeliano di aver ucciso più di 1.000 persone a Gaza dalla fine di maggio, mentre queste cercavano di accedere agli aiuti umanitari. La maggior parte delle vittime si trovava nei pressi dei centri della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un'organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele attraverso finanziamenti la cui trasparenza è stata messa in discussione.Accuse reciproche sulla crisi umanitariaIsraele, da parte sua, accusa il movimento islamista Hamas di strumentalizzare le sofferenze dei civili, arrivando persino a sottrarre il cibo destinato alla popolazione per rivenderlo a prezzi esorbitanti o aprendo il fuoco contro le persone in attesa di assistenza. Anche la GHF attribuisce ad Hamas la responsabilità della crisi umanitaria, ricordando come l'attacco senza precedenti sferrato sul suolo israeliano il 7 ottobre 2023 abbia innescato l'attuale conflitto. Le autorità israeliane affermano regolarmente di consentire l'ingresso di ingenti quantitativi di aiuti, ma le ONG denunciano la persistenza di numerose restrizioni. "Appena fuori Gaza, nei magazzini - e anche all'interno - tonnellate di cibo, acqua potabile, forniture mediche, materiali per l'alloggio e carburante rimangono inutilizzati, con le organizzazioni umanitarie che non possono accedervi o consegnarli", lamentano le organizzazioni umanitarie. Un ospedale di Gaza ha reso noto martedì che 21 bambini sono deceduti a causa della malnutrizione o per fame nell'arco di 72 ore.