Il progetto di un impianto per il trattamento e il recupero di rifiuti speciali a Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza, scatena la protesta di cittadini e sindaci, con le autorità della diocesi di Padova che manifestano la propria solidarietà, prendendo le parti della salute pubblica. La mobilitazione è stata provocata a seguito della richiesta di Silva srl di avviare l’impianto in un’area di ricarica della falda acquifera, che alimenta gli acquedotti di Padova e Vicenza. Silva è una controllata dal gruppo EcoEridania e sta studiando l’avvio di un nuovo impianto industriale che dovrebbe accogliere e trattare rifiuti sanitari (capacità massima di 32mila tonnellate l’anno) e sabbie di fonderia (fino a 74mila tonnellate l’anno), con relativo stoccaggio. La zona è idrogeologicamente fragile perché dalla falda sottostante arriva l’acqua che viene bevuta ogni giorno da migliaia di persone nelle province confinanti di Vicenza e Padova. Una decisione non è ancora stata adottata, visto che non si è conclusa la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) da parte della Provincia di Vicenza.Acegas-Aps-Amga gestisce il servizio idrico per Padova e una parte della provincia attingendo alle risorgive di Dueville e ha messo nero su bianco: “Il progetto è interferente con il sistema acquedottistico gestito dalla nostra società”. Sulla stessa linea si sono collocati una dozzina di Comuni del Padovano e Veneziano, tra cui Padova, Abano Terme, Piove di Sacco e Legnaro. Hanno siglato un documento in cui ribadiscono la forte preoccupazione per l’impatto dell’impianto e hanno chiesto di bloccare il processo di autorizzazione. Anche il Consiglio di Bacino Ato Bacchiglione, ritiene “Silva” incompatibile con il quadro ambientale, visto che il sito ha un sottosuolo ghiaioso e permeabile. Eventuali sversamenti finirebbero nella falda.Da registrare un intervento della Diocesi di Padova, che si è rivolta ai sindaci interessati: “Ci permettiamo di sottolineare l’importanza della vostra attiva partecipazione all’assemblea e al successivo voto. Nell’area individuata come zona da salvaguardare si trova infatti la falda di acque potabili più grande d’Europa. L’appuntamento per l’approvazione delle aree di salvaguardia costituisce un passaggio politico di grande responsabilità perché riguarda la custodia del bene più prezioso che abbiamo: l’acqua potabile. Non è nostra intenzione esercitare delle ingerenze al vostro operato, quanto manifestare la nostra vicinanza riguardo questa scelta che dovrete prendere che arriva nel mezzo dell’estate”.È operativo da tempo il Comitato Tuteliamo la Salute, che ha raccolto oltre 5mila firme contro il progetto e che ha incontrato l’assessore regionale all’ambiente Giampaolo Bottacin. Il portavoce Jacopo Graziani spiega: “Abbiamo indirizzato una lettera al presidente della Repubblica, al presidente della regione Veneto, a tutti i consiglieri e assessori regionali. Chiediamo alle autorità di salvaguardare la popolazione”. Il consigliere regionale di Europa verde Renzo Masolo ha scritto: “La piattaforma multifunzionale di rifiuti si troverebbe in una zona che presenta caratteristiche idrogeologiche di estrema vulnerabilità, essendo collocata in area di ricarica della falda”. Ricorda poi i pareri negativi espressi, tra cui Unesco, Lega Italiana Protezione Uccelli, ISDE – Medici per l’ambiente, Legambiente, oltre ad alcuni esperti e docenti universitari, tra i quali il Premio Nobel per l’acqua 2023, Andrea Rinaldo.L'articolo Impianto rifiuti speciali nel Vicentino, le proteste di sindaci e Diocesi: “Rischio per la falda acquifera” proviene da Il Fatto Quotidiano.