Ottiene i domiciliari, ma mancano i braccialetti elettronici. Resta in carcere

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AGI - Nonostante abbia ottenuto i domiciliari circa dieci giorni fa, resta ancora in carcere per mancanza di dispositivi elettronici di controllo. È la situazione paradossale che riguarda Lichko Samuilov, 25enne bulgaro coinvolto in un’inchiesta sullo sfruttamento della prostituzione tra Bulgaria e Italia, con 22 arresti complessivi. Il giovane, detenuto dal marzo 2024, avrebbe dovuto essere trasferito nell’abitazione di un familiare in esecuzione di un’ordinanza della Corte d’Assise di Lecce, presieduta dal giudice Pietro Baffa, che ha ritenuto attenuate le esigenze cautelari.Tuttavia, la misura meno afflittiva è rimasta sospesa a causa dell’esaurimento dei braccialetti elettronici disponibili. Lo ha spiegato il collegio difensivo, composto dagli avvocati Luca Puce, Federica Cafaro e Davide Micaletto, precisando che Fastweb, fornitore del servizio, ha comunicato che "per il mese corrente è stato già superato il numero massimo di attivazioni previsto dalla convenzione, e sarà possibile inoltrare una nuova richiesta solo a partire dal primo agosto"."Assistiamo a un paradosso inaccettabile – ha dichiarato l’avvocato Puce –. A fronte di un intervento della magistratura che ha riconosciuto un mutamento del quadro cautelare, il nostro assistito resta detenuto per ragioni burocratiche e organizzative. È un vulnus allo Stato di diritto".A fargli eco la collega Cafaro: "Il sistema di esecuzione delle misure cautelari con braccialetto elettronico dovrebbe essere il simbolo di una giustizia efficiente. Invece la realtà amministrativa rischia di svuotare le decisioni giudiziarie di efficacia, con gravi ripercussioni sulla vita delle persone. Lichko è in carcere da oltre sedici mesi e non sappiamo per quanto ancora"."L’impasse è evidente – ha concluso l’avvocato Micaletto –. È urgente una riorganizzazione che ponga fine a simili situazioni, sempre più frequenti, che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni".