“Re Carlo paga poco (salario minimo) e ha richieste assurde sul colore delle rose e le dimensioni della frutta”: pioggia di dimissioni dei giardinieri

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“Non mettetemi più quell’uomo davanti”. Una frase pesante, un ordine perentorio lanciato nientemeno che da Re Carlo III riferendosi ad uno dei giardinieri della sua tenuta preferita, quella di Highgrove.Il silenzio è stato rotto e l’immagine idilliaca che si sprigionava dalle campagne del Gloucestershire (tanto odiate da Lady Diana che lì si annoiava tantissimo) è franata dalle pagine del Sunday Times che ha rivelato quello che accade realmente a casa del sovrano.Dal 2022 sarebbero stati 11 su 12 i giardinieri che hanno rassegnato le dimissioni per sfuggire ad un clima di tensione e richieste assurde avanzate da un re fortemente appassionato di sostenibilità, ambiente e verde e che, per assecondare questa inclinazione, nel 2021 avrebbe firmato una deroga per potere esercitare la sua influenza sulla tenuta anche dopo l’incoronazione, evitando di passarla in eredità a suo figlio William.Nove camere da letto, laghetti, orti e giardini da favola e tutto intorto la pace delle campagne e la bellezza di un luogo al quale Carlo si dedica personalmente da 45 anni. Oggi Highgrove è anche aperta alle visite del pubblico mentre, per occasioni speciali, diventa il luogo per ospitare ricevimenti come la festa organizzata in aprile con l’ambasciata italiana a Londra e tanti ospiti, per lanciare il royal Tour di Carlo e Camilla in Italia.I suoi terreni sono stati progressivamente trasformati nel laboratorio per attuare tutte le pratiche di cura e tutela dell’ambiente nelle quali il re crede fermamente, forse però dimenticando quella per le persone che ci lavorano. Stando a quanto raccolto in esclusiva dal quotidiano britannico, l’attenzione maniacale del sovrano lo porterebbe a mettere parola su ogni minimo dettaglio gettando ansia nel personale.Particolari incredibili sarebbero emersi, come la richiesta di intervenire sulla dimensione della frutta, in particolare delle pesche, fino al giusto colore da dare alle sfumature che devono avere le rose.Le passeggiate di ricognizione del re nella proprietà sarebbero vere e proprie ispezioni trasformate poi in note vergate con la penna rossa e fatte recapitare ai giardinieri che lavorano sul terreno e sui giardini. L’ordine è quello di apportare tutte le modifiche richieste e di farlo al più presto, quantomeno prima della visita successiva del re. Un vero a proprio incubo per lo staff che deve fare i conti con la natura, alla quale risulta difficile dare ordini anche se chi li impartisce è un re.Alcuni giardinieri, nel tempo, avrebbero timidamente provato a spiegare che certe richieste sarebbero di impossibile attuazione, anche per la scarsità delle risorse che il personale avrebbe a disposizione, ma Carlo III si sarebbe mostrato inflessibile, tanto che recentemente avrebbe assunto un manager per fare da filtro ed intermediario con il personale di Highgrove.In realtà, restando in tema di finanze, un altro dei motivi che avrebbe portato alla pioggia di dimissioni dei giardinieri sarebbe stato proprio quello della scarsità dei compensi, con stipendi giudicati al limite del salario minimo, che da aprile di quest’anno è pari a 12 sterline l’ora; circa 15 euro.Nel tentativo di andare incontro alle richieste dei giardinieri, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, Carlo III avrebbe anche mostrato attenzione nei confronti delle istanze sollevate chiedendo che fossero assunti i rifugiati arrivati nel Regno Unito, per dare una mano.Ma non è bastato, 11 persone hanno preferito andarsene, compresi giardinieri che lavoravano per sua maestà da anni. Emblematico il caso di una persona che, a domanda precisa del sovrano, non avrebbe saputo mostrare sufficiente conoscenza di un particolare fiore sul quale era stato interrogato; infuriato, il re avrebbe intimato ai presenti: “Non mettetemi più quell’uomo davanti”.Altri avrebbero invece denunciato le pessime condizioni di lavoro, con ferite riportate per il carico eccessivo di oneri e problemi di salute mentale frutto dello stress generato dalle richieste di Carlo III.Altri ricordano che una volta il re si lamentò perchè un’erba tossica si trovava sul perimetro della sua piscina e che questa pecca nel prendersi cura dei suoi amati fiori delphiniums “gli aveva rovinato uno dei momenti preferiti dell’estate”. La verità è che coltivare la passione del biologico, senza l’uso di sostanze come antiparassitari e pesticidi, è molto faticoso e molto costoso, così come scrisse tempo fa anche il New York Times analizzando il tema.Per quanto riguarda lo staff ed i problemi emersi ad Highgrove, la King’s Foundation, che se ne occupa, avrebbe commissionato una indagine interna rilevando che quanto denunciato dai giardinieri era vero e motivato, dalla mancanza di fondi a quella di personale. Dal 2023, dunque, sarebbero partite una serie di contromisure ma all’apparenza non ancora risolutive.L'articolo “Re Carlo paga poco (salario minimo) e ha richieste assurde sul colore delle rose e le dimensioni della frutta”: pioggia di dimissioni dei giardinieri proviene da Il Fatto Quotidiano.