Il peso strategico dell’asse Roma-Algeri per lo scenario euromediterraneo

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A un mese dal summit con l’Unione Europea sul Piano Mattei, Villa Doria Pamphilj torna al centro della diplomazia italiana con un appuntamento cruciale per i rapporti tra Roma e Algeri. Il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune ha aperto la sua visita istituzionale incontrando al Quirinale il capo dello Stato Sergio Mattarella. Un incontro durante il quale il leader algerino ha auspicato che il rapporto tra i due Paesi possa “essere esemplare per gli altri”, sottolineandone la solidità e la continuità storica: “Ogni volta che siamo in crisi o in situazioni di insicurezza, lo Stato italiano è presente”.L’asse Italia-AlgeriaLa giornata è proseguita con il quinto vertice intergovernativo Italia-Algeria, presieduto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si è detta “molto soddisfatta dai risultati del vertice e della qualità delle intese raggiunte”. Un passaggio che consolida l’asse tra i due Paesi – sono fino a 40 le intese firmate – e la comune visione per la costruzione di hub energetici comuni per Nordafrica ed Europa e che veda la collaborazione per la stabilità e la sicurezza dell’area mediterranea. Alla riunione intergovernativa hanno preso parte numerosi ministri italiani e algerini, in rappresentanza di un’ampia gamma di dicasteri: dagli Esteri alla Difesa, dall’Ambiente all’Università, fino alle Imprese, all’Agricoltura, alla Cultura, alla Sanità e alle Telecomunicazioni. Una partecipazione che testimonia la portata strategica del dialogo tra i due Paesi e la volontà di ampliare la collaborazione a settori sempre più diversificati.Il summit tra Algeria e Italia ha dunque ribadito la comune volontà di lavorare insieme anche su tematiche di assoluta urgenza, come la lotta al terrorismo, il contrasto all’immigrazione clandestina ed al traffico di esseri umani e i grandi dossier euromediterranei e internazionali che condizionano direttamente la regione: la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente, la stabilizzazione della Libia e la crisi del Sahel. Temi che rendono il dialogo tra Italia e Algeria un tassello essenziale per l’equilibrio geopolitico del Mediterraneo. Il tutto , sottolinea la presidente Meloni, nel segno dell’insegnamento di Enrico Mattei: “Non devi mai pensare che puoi portare via qualcosa dalle nazioni con le quali cooperi e che ti ospitano ma devi sempre porti il problema di lasciare e costruire qualcosa che consenta a entrambe le nazioni di crescere insieme”.In parallelo, nella capitale si è svolto anche il Forum Imprenditoriale Italia-Algeria, inaugurato dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani insieme al suo omologo algerino Ahmed Attaf e sviluppatosi lungo tre rotte principali: energia ed economia circolare, infrastrutture e trasporti, agricoltura sostenibile e industria avanzata. Una piattaforma di confronto che accompagna i lavori del vertice politico, rafforzando la dimensione economica e industriale della cooperazione bilaterale (leggi qui tutti gli accordi siglati.Diplomazia energetica, cooperazione economica e sviluppo digitaleL’Algeria è da decenni un partner strategico dell’Italia. Membro di rilievo dell’Opec e Paese più esteso del continente africano, rappresenta un interlocutore privilegiato soprattutto sul fronte energetico. È infatti il primo fornitore di gas naturale per l’Italia, coprendo oltre un terzo del fabbisogno nazionale grazie al gasdotto Transmed, un’infrastruttura che affonda le sue radici nella visione di Enrico Mattei e nel protagonismo dell’Eni nel Mediterraneo. La cooperazione tra Roma e Algeri non è solo storica, ma continua a rinnovarsi: poche settimane fa Eni e Sonatrach hanno siglato ad Algeri un accordo trentennale da 1,2 miliardi di dollari per garantire forniture stabili e rafforzare l’esplorazione congiunta. A margine del vertice romano sono attese nuove intese per consolidare ulteriormente la collaborazione energetica.Questo legame va oltre il gas. L’Algeria è uno dei principali partner del Piano Mattei per l’Africa, la strategia con cui l’Italia punta a trasformare le relazioni euro-africane in partenariati paritari e duraturi. Un esempio concreto è il progetto agroalimentare che coinvolge il gruppo Bonifiche Ferraresi: si tratta di coltivare cereali e legumi su 36mila ettari di deserto algerino, creando una filiera alimentare capace di contribuire alla sicurezza alimentare regionale e ridurre la dipendenza da importazioni extra-africane. Questo modello di partenariato pubblico-privato rappresenta la visione di Roma per uno sviluppo che sia allo stesso tempo locale e strategico.Un altro punto cruciale della cooperazione è la transizione digitale. Al centro del vertice c’è il progetto Medusa, un sistema di cavi sottomarini lungo 7.100 chilometri che collegherà Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Cipro a Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto. L’infrastruttura, finanziata con 342 milioni di euro dall’Unione Europea e dalla Banca Europea per gli Investimenti, migliorerà la connettività, potenzierà i sistemi di ricerca e renderà più efficienti i circuiti commerciali regionali. Medusa è parte della strategia Global Gateway dell’Ue, che mira a proporre un modello alternativo alla “Nuova Via della Seta” cinese, offrendo un approccio cooperativo e trasparente alla realizzazione di grandi infrastrutture. La valenza strategica di questa rete digitale è evidente: modernizzare l’interconnessione significa favorire lo sviluppo economico e accademico dei Paesi nordafricani, creando nuove opportunità e riducendo la vulnerabilità di aree instabili.