Diversi repubblicani chiedono che Ghislaine Maxwell, la complice di Jeffrey Epstein condannata a 20 anni di carcere, testimoni al Congresso. L’idea è appoggiata anche dall’ex legale del finanziere morto in carcere, Alan Dershowitz: dovrebbe farlo “assolutamente. Lei sa tutto”, ha detto. E’ l’ennesima tegola che si abbatte sul presidente statunitense Donald Trump, travolto dalle polemiche sul caso che hanno spaccato anche i suoi sostenitori. E rilanciate dalla pubblicazione sul Wall Street Journal della lettera oscena che lo stesso Trump avrebbe inviato a Epstein nell’occasione del suo cinquantesimo compleanno.Dershowitz ritiene che solo la testimonianza di Maxwell potrà “far luce” sui controversi rapporti del finanziere pedofilo. “Sa tutto e credo che stia scontando una pena in modo improprio. Dovrebbe vedersi commutare la pena, essere convocata davanti al Congresso per ricevere l’immunità totale. E poi dirà tutto quello che sa”. Dershowitz, che in passato ha difeso anche Trump nel primo processo per impeachment nel 2020, ha commentato anche la notizia dei file del processo. Il caso Epstein, infatti, è tornato al centro delle polemiche dopo che il Dipartimento di Giustizia guidato da Trump ha dichiarato di non possedere la lista dei “clienti” dell’imprenditore pedofilo, alimentando le voci, portate avanti dal movimento Maga (Make America great again), su un presunto insabbiamento dei nomi coinvolti nella rete di abusi. “Dovrebbero essere divulgati, ma i tribunali hanno ordinato che fossero secretati”, ha scritto Dershowitz. “So chi sono. Non includono alcun attuale funzionario. Non sappiamo se le accuse siano vere”.Secondo alcune indiscrezioni, dietro la fuga di notizie riguardanti la presunta lettera “oscena” realizzato da Trump e regalata ad Epstein ci potrebbe essere proprio Maxwell, che sta scontando una condanna a vent’anni di carcere per aver trafficato ragazze per conto del finanziere condannato per abusi sessuali e morto suicida in carcere nel 2019. Il presidente, amico di Espstein per oltre un decennio, ha smentito di averla mai scritta, definendola “un falso” e ha intentato una causa per diffamazione da 10 miliardi di dollari contro il Wsj, il suo editore Dow Jones, due giornalisti e il magnate dei media Rupert Murdoch. Secondo Politico, le pressioni della Casa Bianca sullo speaker della Camera, il repubblicano, Mike Johnson, avrebbero evitato il voto della Camera sulla risoluzione non vincolante bipartisan, previsto per questa settimana, per chiedere all’amministrazione di pubblicare le carte su Epstein. Johnson però è sotto pressione dei deputati repubblicani che chiedono un voto il prima possibile. Fra questi la trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene che ha inviato un messaggio a Trump sui social: se il Dipartimento di Giustizia non pubblicherà ulteriori documenti su Epstein, i sostenitori del presidente non lo appoggeranno più. Greene ha spiegato che Trump sta concedendo ai suoi sostenitori solo frammenti di informazioni nonostante la promessa di trasparenza durante la campagna elettorale.Nel frattempo, il New York Times ha pubblicato un’intervista a una testimone del caso, Maria Farmer, che nel 1996, allora ventenne, denunciò Epstein, per il quale lavorava, e la sua partner per aggressione sessuale nei suoi confronti e nei confronti della sorella che era minorenne. Fu ascoltata quell’anno dalla polizia di New York e poi dall’Fbi, e in entrambe le occasioni disse agli investigatori di indagare sulla rete di contatti di Epstein, citando anche Trump. Indicazione ripetuta all’Fbi anche nel 2006. In particolare, raccontò che nel 1995, mentre si preparava ad iniziare a lavorare per Epstein, fu convocata di notte nell’ufficio del finanziere. Arrivò anche Trump che iniziò a “starle addosso”, ha raccontato la donna dicendo di essersi spaventata per il modo in cui le guardava le gambe. Poco dopo entrò Epstein che rivolto al tycoon disse ‘”no, no, lei non è qui per te”, riferisce ancora la donna che ricorda anche di aver sentito i due uomini parlare nella stanza accanto, con Trump che diceva di aver pensato che lei fosse 16enne.“È molto divertente stare con lui. Si dice persino che gli piacciano le belle donne tanto quanto a me, e molte di loro sono giovani… Non c’è dubbio: Jeffrey si gode la vita sociale”, diceva Trump al New York Magazine nel 2002. Dagli anni ’80 all’inizio del 2000, sono moltissime le partecipazioni ”di coppia” a feste esclusive dei due. Nel 1992, a un party organizzato da Trump nella sua tenuta di Mar-a-Lago che aveva visto la partecipazione delle giovani cheerleader della Nfl, i due furono immortalati dalle telecamere della Nbc. Nel 1997, come rivela il Nyt, Trump ed Epstein parteciparono insieme a una festa degli “Angeli” di Victoria’s Secret a New York. Dal 1993 al 1997 sono sette i voli accertati di Trump sui jet privati del finanziere, nessuno per l’isola dei Caraibi incriminata dove il tycoon afferma di non essere mai stato. Nel 2004, secondo quanto riporta il NyT, i due avrebbero rotto per una villa fronte mare a Palm Beach, che era stata pignorata. Una battaglia immobiliare che si sarebbe conclusa con la “vittoria” di Trump che avrebbe superato l’offerta di Epstein per accaparrarsi la proprietà.L'articolo Caso Epstein, repubblicani vogliono la complice Ghislaine Maxwell al Congresso. Il legale: “Sa tutto” proviene da Il Fatto Quotidiano.