Beppe Sala e il Pd andranno avanti insieme, ma il sindaco dovrà rispettare le nuove linee guida imposte dal partito. In attesa della comunicazione, lunedì in Consiglio comunale, del primo cittadino, tra gli indagati nell’inchiesta sulla palazzopoli meneghina, è il segretario metropolitano dei Dem, Alessandro Capelli, a fornire le prime indicazioni al termine del vertice a Palazzo Marino: “È stato un incontro costruttivo – ha detto – Come delegazione abbiamo ribadito al sindaco l’appoggio e il sostegno del Partito Democratico. Abbiamo espresso le nostre priorità, confermando al sindaco la necessità di segnali di cambiamento per rispondere ai nuovi bisogni della città. Può essere un’occasione per ripartire, investendo sul confronto serrato con la città da parte di tutto il centrosinistra, dando priorità alle sfide più pressanti che hanno investito Milano, come il diritto all’abitare, direzione dello sviluppo urbanistico, accessibilità, equità e città pubblica”.Era la sera della resa dei conti nel Pd milanese e, per ora, si è conclusa mantenendo il sostegno già manifestato dalla segretaria Elly Schlein. Entrambe le parti sanno però di dover offrire garanzie all’altra: il partito, come chiarito da Capelli, chiede un cambio di direzione nella gestione dell’urbanistica milanese, Sala invece non vuole rinunciare passivamente a molti dei progetti già avviati. Uno su tutti, il nuovo San Siro. Sembrano scontate, invece, le dimissioni dell’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, per il quale la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari. Mercoledì si terrà l’interrogatorio di garanzia che sta preparando con il suo avvocato e in cui ha intenzione di chiarire la sua posizione.Il sindaco si è preso una giornata di riflessione, sabato, per capire come agire e ha poi portato le sue idee sul tavolo dell’incontro al quale hanno preso parte, oltre a Capelli, la segretaria regionale, Silvia Roggiani, e la capogruppo in Consiglio comunale, Beatrice Uguccioni. L’apparente accordo raggiunto troverà conferma lunedì, quando Sala aprirà la seduta del Consiglio, per la quale si prevede una forte pressione da parte delle opposizioni, nel quale ribadirà la volontà di andare avanti fino al 2027. Ma, d’ora in poi, alle condizioni imposte dal partito, a partire da una svolta sull’urbanistica sul tema del diritto alla casa, con Milano che è diventata una delle città più costose dove acquistare o affittare un appartamento, cacciando di fatto il ceto medio-basso dai suoi confini. Senza dimenticare il tema del verde e, appunto, del recupero di una città più a misura della classe media.Una svolta che deve iniziare dal passo indietro di Tancredi, che ha gestito tutte le partite più importanti dell’urbanistica degli ultimi anni. Da capire se al suo posto arriverà una figura terza, non politica ma di garanzia, per traghettare il Comune nell’ultima parte del mandato ad avere un nuovo Pgt, Piano di governo del territorio, e a concretizzare il Piano straordinario per la casa che prevede di realizzare su terreni del Comune 10mila appartamenti per la classe media.Poi c’è l’operazione San Siro, la più cara a Sala, che ormai è a un passo dal concludersi, con il Comune che sta per vendere stadio e aree a Inter e Milan. Una trattativa estenuante che va avanti dal 2019 e che rischia di saltare a causa delle inchieste. Il sindaco chiede garanzie al Pd su questo punto, prima di tutto sull’appoggio del partito in aula per approvare la delibera sulla vendita. Secondo la road map del primo cittadino meneghino, la delibera sulla vendita sarebbe dovuta arrivare in giunta la prossima settimana per poi convocare subito le commissioni e approdare in aula. Obiettivo: concludere l’operazione entro il 31 luglio. Ma il Pd vorrebbe prendere tempo perché su San Siro si sono posate le attenzioni della Procura. Il problema è che il 10 novembre scatterà il vincolo di tutela per i 70 anni del secondo anello e da quel momento lo stadio non si potrà abbattere, cosa che vorrebbero fare Inter e Milan nel loro progetto per realizzare un nuovo impianto. Sala vuole garanzie dal Pd che ci sarà unità e sostegno nel voto, anche se il partito da sempre è diviso sull’operazione. Nella maggioranza sono almeno cinque i consiglieri contrari alla vendita e potrebbero essere di più dopo le ultime svolte giudiziarie.L'articolo Incontro Sala-Pd, il partito conferma la fiducia ma chiede una svolta: “Servono segnali di cambiamento” proviene da Il Fatto Quotidiano.