Dopo aver ospitato un mese fa esatto il summit con l’Ue tramite cui il governo italiano ha lanciato l’internazionalizzazione del Piano Mattei, nella cornice istituzionale di Villa Doria Pamphilj si torna a parlare di Africa, con il sesto Vertice intergovernativo tra Italia e Algeria in programma per domani, mercoledì 23 luglio. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni accoglierà il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune per un incontro bilaterale ad alto livello, co-presieduto dai due leader, alla presenza di numerosi ministri dei rispettivi governi. Prima dell’avvio dei lavori, il presidente Tebboune sarà ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, a conferma della solidità del legame politico tra Roma e Algeri.Parallelamente al vertice politico, si svolgerà presso l’Hotel Parco dei Principi il Forum imprenditoriale Italia-Algeria, organizzato dal ministero degli Esteri e dall’Agenzia Ice, con la partecipazione di circa 500 aziende. Il programma prevede una sessione plenaria introduttiva, tavoli tematici su energia, economia circolare, infrastrutture, agricoltura, industria avanzata e farmaceutica, e oltre 130 incontri B2B. Al termine, è prevista la firma di accordi e memorandum d’intesa.L’incontro si inserisce in una relazione bilaterale rafforzata negli ultimi anni, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina. L’Algeria è diventata il principale fornitore di gas dell’Italia, superando la Russia già nel 2022. L’accordo firmato lo scorso 10 luglio tra Eni e Sonatrach, che prevede lo sviluppo dell’area di Zemoul El Kbar per i prossimi trent’anni, rappresenta un ulteriore tassello della cooperazione energetica. Ma la relazione si sta ampliando anche sul piano industriale, con missioni imprenditoriali italiane in Algeria e l’interesse crescente per settori come l’automotive, l’agro-industria e le tecnologie verdi.“L’Italia è considerata il primo partner commerciale dell’Algeria. Dal punto di vista degli scambi parliamo di 14 miliardi di dollari, soprattutto per il settore dell’energia: Algeri esporta grandi quantità di gas verso Roma. Ma c’è anche uno scambio significativo in apparecchiature industriali e agricole”, spiega Abdelkader Slimani, analista algerino del settore business. “Il forum di Roma è molto importante per noi, perché potrà aprire la strada a un incremento degli investimenti diretti italiani in Algeria, anche in settori nuovi”, commenta con Formiche.net. “Alcune aziende italiane stanno già investendo nel Sahara algerino, e con il Piano Mattei ci aspettiamo un effetto moltiplicatore che coinvolga anche il settore farmaceutico, la tecnologia e soprattutto l’energia green”, aggiunge. Per Slimani, l’obiettivo dichiarato da Algeri è di superare quota 20 miliardi di dollari negli scambi, trasformando la cooperazione in una vera alleanza economica strutturata su più assi.Secondo Umberto Profazio, analista esperto di Maghreb della Nato Defense College Foundation e associate fellow dell’IISS, “la relazione bilaterale poggia su una tradizione consolidata, costruita attorno alla pipeline geopolitica che ha unito i due Paesi in un momento di mutamenti profondi”. Dopo l’invasione della Russia in Ucraina si è ampliata su larga scala nel febbraio 2022, per l’Italia era cruciale diversificare, mentre per l’Algeria era strategico rafforzare l’export verso l’Europa, anche alla luce delle tensioni con Marocco e Spagna. Profazio osserva anche che “l’Italia resta l’unico Paese europeo di peso a non aver ancora espresso una posizione favorevole al piano marocchino di autonomia per il Sahara Occidentale, un segnale che Roma comprende quanto la questione sia sensibile per Algeri e agisce di conseguenza.” Quanto alle divergenze sul dossier Israele, Profazio sottolinea che “sebbene l’Italia mantenga rapporti con Israele e l’Algeria sia tra coloro che restano contrari alla normalizzazione con Tel Aviv, la relazione si mantiene stabile grazie a guardrail diplomatici che garantiscono equilibrio e permettono una cooperazione concreta”.In generale, la posizione italiana è interpretata ad Algeri come un segnale di sensibilità politica e di rispetto. In un contesto segnato dalla rivalità regionale tra Algeria e Marocco, questa cautela contribuisce a mantenere le relazioni bilaterali su un piano stabile, evitando attriti su un dossier ad altissimo potenziale simbolico e strategico. Inoltre Roma viene individuato come un attore di rilievo anche per la questione libica, che sta infiammandosi con conseguenze potenzialmente incontrollabili che potrebbero avere effetti anche su Algeri. Con la deflagrazione della leadership francese nella regione e l’incertezza generata dai dazi Usa sulle esportazioni algerine, l’Italia si propone come partner credibile e pragmatica alternativa per Algeri. Il vertice del 23 luglio è dunque il culmine di un processo iniziato anni fa e oggi più strategico che mai, in un Mediterraneo che torna al centro della scena internazionale.