AGI - Con una foto diventata virale, Sebastián Vega è tornato a essere simbolo dello sport argentino e del movimento Lgbtq+. Il 38enne alero del Boca Juniors ha festeggiato il titolo nazionale seduto sull’anello del canestro, avvolto nella bandiera arcobaleno e con il trofeo della Liga Nacional de Básquet tra le mani. Un gesto di forte impatto simbolico, secondo soltanto, per coraggio e visibilità, a quello compiuto nel 2020, quando Vega fu il primo cestista argentino a dichiarare pubblicamente la propria omosessualità, con un messaggio diffuso sui social.La foto, diventata virale sui social e rilanciata da Clarín, racconta molto più di una vittoria sportiva. Racconta un percorso personale, di accettazione e liberazione. “È un messaggio di superamento: ognuno può essere come desidera e raggiungere i propri obiettivi”, ha dichiarato Vega, 38 anni, dopo aver festeggiato il secondo titolo consecutivo con il club ‘Xeneize’, al termine di una serie finale vinta in extremis contro l’Istituto di Córdoba per 78-77. Nel match decisivo, il contributo del giocatore originario di Gualeguaychú è stato fondamentale: 14 punti, 8 rimbalzi, 4 assist e 2 recuperi. Prestazione che lo ha portato a sfiorare il titolo di MVP, assegnato infine a José Vildoza. “Non avrei mai immaginato di riuscire a raccontarmi”, ha aggiunto Vega, ancora avvolto nella bandiera LGBT+, ai piedi del microstadio Luis Conde di Buenos Aires. “Qui mi hanno sempre lasciato essere me stesso. Ed è per questo che ho potuto sentirmi libero anche in campo”.La letteraLa svolta personale arrivò nel marzo 2020, pochi giorni prima del lockdown. All’epoca in forza al Gimnasia de Comodoro Rivadavia, Vega pubblicò sui social una lunga lettera in cui raccontava il percorso, difficile e doloroso, di accettazione della propria omosessualità. “La verità ci rende liberi”, scrisse su X (allora ancora Twitter), allegando un testo intenso in cui rievocava “una delle notti peggiori della vita”: solo, a letto, incapace di accettare ciò che stava vivendo. Nel racconto, anche gli anni di negazione, le relazioni vissute per adeguarsi e l’illusione di potersi sentire “come tutti gli altri”. Dopo aver parlato con la famiglia, Vega trovò il coraggio di raccontarsi anche ai suoi compagni di squadra e agli allenatori. “Avevo paura di perdere tutto. Invece i dirigenti del Gimnasia furono i primi a sostenermi”, ha raccontato. “Mi fecero capire che nulla sarebbe cambiato. Quella protezione collettiva mi diede stabilità e fiducia”. La lettera si chiudeva con una riflessione che oggi, a distanza di anni, resta valida: “Voglio dimostrare che posso essere gay e continuare a giocare a basket con lo stesso impegno di sempre. E, magari, aiutare altre persone che stanno vivendo lo stesso conflitto”. La verdad nos hace libres! pic.twitter.com/oKv4vUuOeg — Seba Vega (@_sebavega) March 10, 2020Una carriera tra i giganti del basket argentinoSebastián Vega è nato a Gualeguaychú il 9 luglio 1988. Ha iniziato la carriera al Central Entrerriano prima di affermarsi nella Liga Nacional argentina con alcune delle squadre più importanti del Paese. Con il Peñarol de Mar del Plata ha vinto campionato e Liga delle Americhe nel 2009/10. Ha poi indossato le maglie di Boca Juniors, Quimsa (campione nel 2014/15), Libertad de Sunchales, Gimnasia e nuovamente Boca, con cui ha conquistato il titolo 2023/24, la Supercopa 2024 e la Copa Súper 20 nel 2025. Con la nazionale ha partecipato a tutte le selezioni giovanili e nel 2010 ha vinto l’argento al Sudamericano di Neiva, in Colombia. Nel 2022 è stato vittima di cori omofobi durante una partita. La gara fu sospesa e la squadra avversaria sanzionata. Vega si è laureato in Relazioni del Lavoro e continua a essere un simbolo di visibilità e diritti.