Spenti i riflettori del Tim Summer Hits con Carlo Conti, ora è alle prese sul set di una commedia romantica di Simone Aleandri con Lino Guanciale con Ilenia Pastorelli, Claudio Colica e Grazia Schiavo, per poi tornare in tv con “La Porta Magica su Raidue. Insomma Andrea Delogu non si ferma mai e a Il Corriere della Sera si è raccontata a tutto campo.Forse non tutti lo sanno, ma la conduttrice e attrice è dislessica e lo ha scoperto abbastanza tardi: “Ho scoperto di esserlo a 24 o 25 anni, guardando youtube. A scuola, avevo sofferto tantissimo e lì ho affinato l’arte dell’intrattenimento: sapevo poco, ma ero brava a buttare fumo negli occhi. Ora, ci rido su, non capivo come facessero gli altri a imparare le tabelline o a leggere tanti libri, tornavo a casa sfinita. Ora, ho capito che il mio cervello funziona solo in modo diverso e ho imparato a usarlo meglio”.La Delogu ha vissuto nella comunità di Vincenzo Muccioli, i suoi genitori lavoravano e si sono conosciuti proprio in quel contesto. “Quando da bambina andavo a scuola, vedevo ragazzi e ragazze che aspettavano di entrare in comunità. – ricorda la Delogu – Erano a pezzi, disperati. Restavano alla sbarra per giorni, perché Vincenzo Muccioli faceva entrare solo quelli davvero motivati. Poi, per anni, quei ragazzi li rivedevo ogni giorno. Erano vivi, stavano bene e avevano superato la morte, perché l’eroina era la morte e tutti si erano arresi: lo Stato, le famiglie. Crescendo accanto a loro sono cresciuta con la certezza che ci si rialza sempre».A lei quando è servito dirsi che niente è impossibile?”.Poi il cambiamento: “La prima volta, quando siamo usciti da lì: i miei genitori erano entrati ragazzini e sono usciti che erano un uomo e una donna, non abituati al mondo di fuori, all’uso dei soldi. Io non sapevo che per strada ci fossero pericoli, che si poteva avere paura di chi incontri. Poi, il primo amore mi ha lasciato, il primo lavoro l’ho perso, abbiamo chiesto un prestito in banca per pagare l’affitto. Però, alla fine, sto qua ed è stato figo. E, alla fine, i momenti difficili sono uguali per tutti: ognuno ha un dolore diverso, ma quel dolore ci fa assomigliare l’uno all’altro”.L'articolo “Quando andavo a scuola, vedevo ragazzi e ragazze che aspettavano di entrare nella comunità di Muccioli. Erano a pezzi, disperati”: lo rivela Andrea Delogu proviene da Il Fatto Quotidiano.