Ozzy Osbourne è morto. Ma non provate a santificarlo

Wait 5 sec.

Ozzy Osbourne è morto. E come spesso accade quando se ne va una figura così ingombrante, partono le celebrazioni. Sui social fioccano i “riposa in pace”, “mi mancherai”, “il re dell’oscurità è volato via”. Chi conosce davvero il personaggio, però, sa che Ozzy non avrebbe mai voluto essere ricordato così. Ha passato la vita a bestemmiare tutto ciò che fosse salvifico o devoto. Non ha mai cercato compassione, né redenzione. Ha cercato solo palchi su cui suonare — possibilmente non troppo puliti. Non era un angelo caduto. Non era un mito da incorniciare. Era uno che del disastro ha fatto uno stile. Dell’eccesso, una risata. Se tutto questo corrisponde a verità, butta lo sguardo in giù e apri bene le orecchie: dalle profondità della terra sentirai il suo ghigno.E allora: niente fiori. Niente pace. Niente Dio. Nei consueti nove punti di questo blog voglio raccontarvi il vero Ozzy Osbourne. Con le luci spente. E il volume al massimo.Cominciamo!1. Nessun “riposa in pace”Ozzy non ha mai cercato la pace. Dormiva poco, viveva male, cantava come se avesse i demoni addosso. Ha passato mezzo secolo a evocare il rumore, a spaccarsi sul palco, a mettere in scena la propria distruzione. Non c’era quiete in lui. Solo caos, distorsione, tremore. Dire “riposa in pace” a Ozzy è come spegnere l’amplificatore nel mezzo di un assolo. Non lo onori: lo offendi.2. Nessun “mi mancherai”Non avrebbe mai voluto mancare a nessuno. Men che meno ai suoi fans. Lui era un crack, una presenza disturbante, uno che faceva rumore anche da fermo. Chi dice “mi mancherai” non ha capito. Dovrebbe dire: brucerai all’inferno, caro Ozzy. Giusto così. Era l’eccesso. Il disagio. Il pipistrello mezzo vivo tra i denti. Il blackout in sala prove. Uno così, non lo si rimpiange. Gli si augura solo fiamme, per sempre.3. Nessun “sarai per sempre”Non credeva nell’eternità, né nell’immortalità, men che meno nelle frasi fatte sulla musica rock. Si è consumato davanti a tutti, senza vergogna: corpo tremante, voce slabbrata, cadute pubbliche. Non voleva diventare statua. Voleva esplodere, inciampare, sputare sangue sul microfono. “Per sempre” è roba da sfigati.4. Nessun angelo Ha passato la vita a evocare il diavolo, ma senza crederci davvero. Era teatro, provocazione, un’estetica oscura buona per vendere dischi e spaventare i genitori. Ora che è morto, nessun angelo è sceso a prenderlo. Nessuna luce, nessun canto. Solo silenzio, puzza di bruciato, e una botola che si apre sotto i piedi. Ozzy non è salito. È sprofondato. Con il sorriso.5. Nessun riscatto finaleNon si è mai redento. Non ha chiesto scusa, non ha fatto pace con nulla. Le sue cadute non sono mai diventate lezioni, solo nuove cadute. Anche quando sembrava rinsavito, c’era sempre qualcosa che lo riportava giù: l’alcol, la voce che tremava, le interviste assurde. Non ha cercato di uscire dal personaggio. Ci è rimasto dentro fino alla fine. Sul palco, pochi giorni fa, ha salutato tutti come sempre: senza dire addio. Poi ha mollato il microfono. E il mondo.6. Nessun redentoNon ha mai finto di guarire. Ha attraversato dipendenze, ricadute, cliniche, confessioni, reality. Era confuso, tremante, a tratti ingestibile. Ma non si è mai vergognato di ciò che era. Quando sembrava in ripresa, bastava un’intervista per capire che il delirio era ancora lì. Non ha cercato redenzione. Ha scelto di restare il proprio peccato. Fino all’ultima nota.7. Nessun silenzio devotoNon ha mai conosciuto il silenzio. Nemmeno da vecchio. Nemmeno sul letto di ospedale: urla, distorsioni, bestemmie sussurrate, risate fuori posto. Non c’è nulla di devoto in lui. Nessuna quiete, nessuna compostezza, nessuna attesa del sacro. Il suo commiato non è un minuto di silenzio. È un assolo di chitarra circolare ed eterno. Che rimbomba anche adesso.8. Nessun altareNon si prega uno così. Non è nemmeno un idolo, né una reliquia. Men che meno uno da incorniciare. È stato un simbolo, sì — ma sempre sbagliato, storto, disturbante. Chi lo mette su un altare lo tradisce. Chi lo onora con rispetto lo fraintende. Ozzy non si venera. Si ascolta a volume assassino. Si guarda storto. E si lascia lì, dove fa paura.Non ha mai creduto in Dio. Lo ha provocato, bestemmiato, masticato nei testi e sputato fuori con ironia. Il paradiso lo ha sempre ignorato. E l’inferno lo ha sempre usato come scenografia. Ma adesso che non c’è più, nessuna entità lo aspetta davvero. Ozzy è finito dove voleva: nel nulla. Nel buio. Con la corrente che ronza. E tu… stai attento stanotte. Tu che vuoi tanto ricordarlo, celebrarlo. Quando spegnerai la luce. Quando tutto intorno sarà silenzio. Quando un brivido ti salirà lungo la schiena. Stai attento… perché sarà lui. Ozzy e il suo ghigno. Nel buio della tua stanza.Come sempre, questo blog si chiude con una connessione musicale: una playlist dedicata, ascoltabile gratuitamente sul mio canale Spotify. Se ti va, lasciami un commento: su ciò che hai letto, su ciò che hai ascoltato.Oppure passa dalla mia pagina pubblica di Facebook, direttamente collegata a questo spazio: lì il discorso continua, tra post, scambi e nuovi spunti. E fidati: da quelle parti, se ne leggono e se ne sentono delle belle.Buon ascolto.9 Canzoni 9 … per Ozzy L'articolo Ozzy Osbourne è morto. Ma non provate a santificarlo proviene da Il Fatto Quotidiano.