Un test può prevedere se un bimbo sarà obeso

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AGI - Si chiama punteggio di rischio poligenico (PGS), ed è un test innovativo che permette di valutare durante l’infanzia le probabilità genetiche di sviluppare obesità. A descrivere questo approccio è uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati dell’Università di Copenaghen e di 23andMe, Inc., azienda specializzata in genetica e ricerca sui consumatori.Uno studio su oltre cinque milioni di personeIl team, guidato da Roelof Smit e composto da oltre 600 scienziati provenienti da 500 istituzioni, ha analizzato i dati genetici di oltre cinque milioni di persone. Le stime attuali indicano che i problemi di obesità riguarderanno oltre la metà della popolazione mondiale entro il 2035. Tuttavia, strategie terapeutiche come cambiamenti nello stile di vita, interventi chirurgici e farmaci non sono sempre disponibili o efficaci.Come funziona il punteggio di rischio poligenicoIl PGS consente di capire prima dei cinque anni se un bambino è predisposto a sviluppare obesità in età adulta. Sono state identificate migliaia di varianti genetiche che aumentano il rischio. Il test combina gli effetti di queste varianti e fornisce un punteggio complessivo. Il sistema è stato testato su un dataset di 500 mila persone ed è risultato due volte più efficace rispetto alle alternative precedenti.Un passo avanti verso la genetica clinica“Questo nuovo punteggio poligenico – sottolinea Ruth Loos – rappresenta un notevole miglioramento nel potere predittivo e un balzo in avanti nella previsione genetica del rischio di obesità, che ci avvicina molto di più a test genetici clinici”.Risposta agli interventi e limiti del sistemaIl gruppo ha anche analizzato la relazione tra rischio genetico e interventi sullo stile di vita, come dieta ed esercizio fisico. Le persone con rischio genetico elevato rispondevano meglio agli interventi, ma tendevano anche a riacquistare peso più rapidamente. Il sistema può essere migliorato con dataset più ampi e diversificati, poiché è risultato più efficace nel predire l’obesità in persone con ascendenza europea rispetto a quelle con ascendenza africana.