È cominciata la settimana decisiva per il Festival di Sanremo 2026. I legali della Rai e del Comune di Sanremo continuano a parlare ma l’intesa sembra lontana. Anzi, si rischia veramente – stando a quanto risulta a LaPresse – che la nave non approdi in porto. Un porto diventato molto caro dopo la pubblicazione del bando che ha notevolmente alzato le richieste del Comune. Dal costo settimanale del Teatro Ariston alla percentuale sugli introiti pubblicitari. Per non parlare della proprietà del format. La partecipazione al bando ha diviso i vertici RaiPer contro, la decisione di aderire al bando, a quanto risulta, non sembra essere stata condivisa da tutti i vertici di Viale Mazzini, nonostante alla fine la Rai abbia deciso come noto di partecipare alla gara seppure le cifre fossero ben chiare nella pubblicazione. Certo, c’era la paura che qualche altro broadcaster competitor si sarebbe potuto inserire, anche se la cosa era molto improbabile viste le alte barriere alzate sulla percentuale ascolti. Sta di fatto che ora il matrimonio rischia veramente di fallire. Il ‘Festival della Canzone Italiana Rai’Al Comune di Sanremo – seppure sottolineano come un bando, una volta accettato, non possa essere oggetto di trattativa da mercato – sono orientati a credere che la soluzione si troverà. Nell’azienda di Viale Mazzini invece si sta pensando seriamente a un ‘Festival della Canzone Italiana Rai’ da organizzare a Napoli o a Torino, due sedi ben attrezzate della Tv di Stato in grado di recuperare in fretta il tempo perso per quanto riguarda l’organizzazione dell’evento televisivo più importante dell’anno. Addirittura c’è chi ipotizza la possibilità che il Festival si possa organizzare all’interno della Costa Crociere, sponsor pluriennale della kermesse, in questo caso attraccata alla banchina di Napoli o di qualche altra località marittima. Settimana decisiva per le strategieE Sanremo? Se la Rai dovesse rinunciare, il Comune per non far sparire il Festival dovrà cercare un altro interlocutore, magari abbassando le pretese, ma con il forte rischio di non ripetere i risultati eclatanti che hanno dato lustro alle ultime edizioni. E quale broadcaster accetterebbe di entrare in gara in queste condizioni non certo favorevoli, a partire dagli ascolti? Chi sta facendo il tifo per un cambio di destinazione sono i discografici, i quali ogni anno nella settimana sanremese in cui decollano i prezzi di alberghi e ristoranti, nonché di tutte le strutture, hanno seri problemi di budget, mentre in altre sedi potrebbero risparmiare sui costi. Dunque, la settimana decisiva delle strategie alla ricerca di un accordo tra le parti è cominciata in vista del cda del 30 luglio in cui si dovrebbe ratificare la decisione presa.Questo articolo Sanremo 2026, da Napoli o Torino a show in crociera: le opzioni sul tavolo Rai proviene da LaPresse