Le inchieste di Milano e Pesaro che scuotono la politica

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Parlano tutti tranne uno, nell'inchiesta sull'urbanistica a Milano. L'unico a non rispondere durante gli interrogatori preventivi è Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione paesaggio. Quel che non dice, però, lo scrive in una memoria difensiva: dai Pm "giudizi morali" e pochi "elementi concreti", spiega: "è un'indagine sproporzionata, un processo alla città". Respingono le accuse Giancarlo Tancredi, ex assessore all'urbanistica - "ho sempre agito nell'interesse del Comune" garantisce - e l'imprenditore Manfredi Catella, che non solo risponde alle domande dei magistrati, ma consegna anche una memoria difensiva in cui evidenzia incongruenze e inesattezze nelle indagini. Catella ha poi fatto sapere di voler rinunciare alle deleghe per i rapporti con la pubblica amministrazione. Una mossa che potrebbe segnare un punto a suo favore nella decisione del gip chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di arresti domiciliari nei suoi confronti. Decisione che arriverà forse già la prossima settima, quando in un'altra inchiesta sarà ascoltato dagli inquirenti l'eurodeputato Pd ed ex sindaco di Pesaro, Matteo Ricci: è indagato, insieme con altre 23 persone, per presunte irregolarità negli affidi diretti, senza cioè gara pubblica, a due associazioni culturali. "Vado avanti sereno e a testa alta" dice.