Zee, l’Italia inizia a fare sistema sul fronte marittimo. Il commento di Caffio

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari esteri, ha approvato in via preliminare uno schema di Decreto del Presidente della Repubblica, che prevede la parziale istituzione di una zona economica esclusiva (Zee) in parte delle acque circostanti il mare territoriale nazionale. La Zee, come si ricorderà, non comporta secondo il diritto del mare l’estensione della sovranità posseduta sul mare territoriale, ma solo  l’esercizio di giurisdizione in specifiche materie riguardanti la blue economy come energie rinnovabili, ambiente, pesca, ricerca scientifica. Nella sottostante piattaforma continentale (Pc) si ha invece titolo a sfruttare le risorse di idrocarburi e minerali. L’iniziativa dà applicazione alla legge quadro del 2021 finora rimasta inattuata, in un momento in cui il Paese avverte con urgenza la necessità di accrescere la produzione di energie rinnovabili con impianti offshore già programmati. Si pensi a quelli da realizzare ad ovest della Sicilia o in Adriatico. Da non sottovalutare inoltre l’obiettivo di combattere la pesca illegale praticata al largo delle nostre coste in quelle che ora sono aree di alto mare, nonché la protezione dell’ambiente marino: nel Tirreno abbiamo già una Zona di protezione ecologica (Zpe) dal 2011, ma non in Adriatico e nello Jonio sicchè ora si colmerà questa lacuna.  Di fatto l’Italia compie un passo a lungo rinviato per mantenere lo status quo geopolitico dei mari circostanti e non creare situazioni di attrito con quei Paesi  che avanzano pretese incompatibili con i nostri diritti. Proprio da questo punto di vista, il provvedimento rivela la sua sagacia diplomatica in quanto, senza irritare  i vicini, si limita a istituire spazi di Zee  in aree come il Tirreno centro-meridionale dove non ci sono possibili contenziosi, o avanti alle Zee già delimitate con la Grecia (2020) e la Croazia (2022). Nel contempo, non c’è nessuna rinuncia ad acquisire futuri spazi di Zee, in quanto, come si legge nel comunicato della Presidenza del consiglio, “Il provvedimento non pregiudica la possibilità di apportare a tali aeree modifiche successive, in esecuzione dei futuri accordi di delimitazione che saranno conclusi con gli Stati vicini”.In un momento in cui le tensioni per le Zee tra Grecia e Turchia non accennano a diminuire, l’Italia dimostra dunque fermezza e moderazione nel tutelare i propri interessi marittimi  e di sicurezza.La nostra istituzione di aree di Zee va messa a sistema con la recente approvazione da parte del Senato del Ddl sulla sicurezza subacquea che consentirà la sorveglianza di cavi e condotte posati nelle acque della Zee e sui fondali della sottostante Pc in applicazione degli obiettivi indicati dalla Nato e dalla Ue. L’Italia dimostra dunque di voler svolgere un ruolo geopolitico nel Mediterraneo candidandosi a costituire un modello virtuoso in cui, secondo un approccio integrato alla marittimità, difesa e sicurezza marittima sono interfacciati con lo sviluppo della blue economy.