AGI - Saranno state le indagini serrate partite a seguito di un racconto non del tutto lineare e l'esposizione mediatica che sicuramente non aveva messo in conto, fatto sta che il rappresentante di gioielli ha confessato: "Mi sono inventato tutto, non c'è stata nessuna rapina".Nessuna banda alla 'Occhi di Gatto'Nessuna banda alla "Occhi di gatto", dunque, lo aveva assalito giovedì mattina nel quartiere Pianura a Napoli portandogli via monili e gioielli per un valore di 500mila euro. Il 34enne rappresentante di gioielli in una denuncia fatta quello stesso giorno ai carabinieri aveva un po' esagerato in un racconto rocambolesco non proprio verosimile che oscillava tra un episodio di Lupin e Criminal Minds.Il racconto inattendibileUn commando armato di quattro persone, armate di pistole - aveva raccontato - lo aveva fermato giovedì mattina in via Leonardo Sciascia, mentre si recava a lavoro, facendosi consegnare la borsa in suo possesso con all'interno 5 kg di preziosi in oro, tra monili e gioielli. Ma nessuno aveva visto niente.Il debito come motivazioneMa quindi per quale motivo inventarsi una rapina? La motivazione è un debito. L'uomo aveva contratto un debito di 500mila euro con un imprenditore e quell'oro, fatto sparire fingendo la rapina, lo avrebbe poi piazzato per saldare il debito. Il creditore, come emerso, non aveva mai forzato alcuna richiesta e anzi avrebbe dato anche maggiore tempo al rappresentante per risanare la propria situazione economica. Dopo la confessione del piano, è stato denunciato per simulazione di reato.