Cautela nell’uso dei social, farsi aiutare da esperti, lavorare ogni giorno per la pace intesa come “sfida per tutti“. Poi il messaggio, netto, sulla piaga degli abusi nella chiesa, che “non possono essere messi in un cassetto, vanno affrontati, con senso di misericordia e vera giustizia, verso le vittime e verso gli accusati”. Sono le parole di Papa Leone ai nuovi vescovi, pronunciate nel discorso a porte chiuse di ieri e del quale la sala stampa vaticana ha diffuso oggi degli stralci. Un messaggio, quello di Prevost, che arriva nei giorni dell’ennesimo scandalo che ha coinvolto un alto prelato, nella fattispecie il vescovo di Bolzano, che aveva nominato per un incarico in Alta Pusteria un sacerdote prescritto per violenza sessuale su minore (nomina poi revocata grazie alle proteste dei fedeli). Secondo il successore di Bergoglio, quindi, il problema non può e non deve essere tenuto segreto, bensì trattato come merita. Meno netto, invece, il riferimento a “vittime e accusati”, che nel messaggio del Papa sembrano esser messi sullo stesso piano. Prevost, inoltre, ha anche chiesto ai nuovi vescovi cautela nell’uso dei social, parlando della necessità di essere prudenti nell’uso delle reti sociali, dove il rischio è che “ognuno si senta autorizzato a dire quello che vuole, anche cose false” e ha aggiunto che “ci sono momenti in cui raggiungere la verità è doloroso”, ma necessario. In tal senso è utile lasciarsi aiutare da professionisti nella comunicazione, persone preparate in questo senso, sintetizzando così il suo pensiero a riguardo: “Calma, una buona testa, e l’aiuto di un professionista“.Al termine del suo discorso ai vescovi, Leone ha offerto, oltre al richiamo sul tema degli abusi, una rassegna delle sfide e delle questioni che questi si trovano ad affrontare al principio di un nuovo ministero, come le paure, il senso di indegnità, le diverse aspettative che ciascuno aveva sulla propria vita prima della chiamata, e indicando come sia necessario restare vicini al Signore, conservare il tempo della preghiera. Papa Leone ha anche sottolineato la necessità di rinnovare il proprio contatto con il mondo per rispondere alle domande su cui si interrogano gli uomini e le donne in questo tempo, sul senso della vita e del male nel mondo: “Non bastano le risposte pronte, apprese 25 anni fa in seminario” ha affermato. E ha invitato i nuovi vescovi a non sentirsi impauriti di fronte alla prima difficoltà, pastori vicini alla gente e ai preti, misericordiosi e fermi, anche laddove si tratta di giudicare, capaci di ascolto e dialogo, non solo di fare sermoni. E ha continuato “Siate costruttori di ponti”. Li ha esortati a valorizzare il ruolo e l’integrazione dei laici nella vita della Chiesa e a servire la pace “disarmata e disarmante“, perché “la pace è una sfida per tutti!”. Il Papa ha poi invitato i nuovi vescovi a riconoscere la necessità dell’aiuto altrui, magari affidandosi alla esperienza di un vescovo anziano che possa accompagnare o aiutare, e ha messo in guarda dalla tentazione di formare un proprio gruppo e di chiudervisi.Papa Leone ha ribadito la necessità di costruire ponti, di cercare il dialogo, anche laddove i cristiani sono una minoranza, con autentico rispetto per le persone di altre tradizioni religiose, soprattutto attraverso la testimonianza dell’autentico amore e della misericordia cristiana, perché “da come vi amate vi riconosceranno”. Il Pontefice ha parlato della formazione nei seminari, della responsabilità della formazione iniziale e dell’importanza della dimensione missionaria suggerendo di fare affidamento anche su quei laici autenticamente missionari presenti nei movimenti, che possono essere una speranza per la Chiesa locale. Davanti alle domande sulle gravi conseguenze delle crisi ambientali, il Papa ha ricordato il decimo anniversario dell’Enciclica Laudato Sì e incoraggiato a promuovere il tema nella pastorale, e ha aggiunto che su questo importante fronte “la Chiesa sarà presente”, senza però che a questo si mescolino altre tematiche che sono contrarie all’antropologia cristiana. Sono stati toccati i temi dei rapporti tra i diversi organismi nella Chiesa, universale e particolare, del processo di nomina dei vescovi, oggetto di studio di alcuni dei gruppi avviati dal Sinodo, delle tante crisi in atto nel mondo, della necessità di condividerle ed affrontarle insieme, del valore della presenza del vescovo, che sia vicino alla sofferenza. E si è parlato di giovani, particolarmente in Europa, dopo il recente Giubileo, delle loro domande di comunione e di preghiera, e della sete di vita spirituale, che non hanno potuto soddisfare nel mondo virtuale, ma neanche “nelle esperienze tipiche delle nostre parrocchie“.L'articolo Abusi sessuali nella Chiesa, Papa Leone: “Vanno affrontati con senso di misericordia e vera giustizia verso le vittime e verso gli accusati” proviene da Il Fatto Quotidiano.