“Indizi di vita passata su Marte”, la sonda Perseverance ha scoperto “potenziali biofirme”

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Che ci fosse acqua e ci fosse stata ormai non era più un’ipotesi da tempo. Tra depositi ghiacciati e, prima ancora, la possibilità di un oceano i ricercatori sapevano che prima o poi si sarebbe arrivati a questo annuncio. Ovvero la scoperta di potenziali indizi di vita passata su Marte.Il rover Perseverance della Nasa – che già nel 2022 aveva stupito il mondo con il ritrovamento di rocce con tracce organiche – ha scoperto insoliti minerali associati a carbonio organico che potrebbero essere compatibili con processi biologici e che vengono dunque considerati come ‘potenziali biofirme’ meritevoli di ulteriori indagini per accertare se derivino da forme di vita passata.L’annuncio viene dato su Nature da un team internazionale di ricerca a cui partecipa anche l’Istituto Nazionale di Astrofisica. La sonda – arrivata sul Pianeta rosso nel febbraio del 2021 – aveva come missione la ricerca di vita extraterrestre. E messi insieme i risultati di 4 anni, si può dire che l’abbia onorata.Lo studio è frutto di un campionamento di rocce argillose che Perseverance ha condotto nel 2024 nel cratere Jezero, nella cosiddetta formazione Bright Angel (un affioramento roccioso situato alla base del lato settentrionale dell’antica valle fluviale Neretva Vallis, che converge nel cratere Jezero). Le analisi sul campione chiamato ‘Sapphire Canyon’ indicano la presenza di minuscoli noduli e granuli arricchiti di fosfato di ferro e solfuro di ferro, associati al carbonio organico. Secondo i ricercatori, la loro presenza in un simile contesto sedimentario ne supporta la classificazione come ‘potenziali biofirme’, che andranno ulteriormente indagate per escludere origini puramente geochimiche.Lo studio su NatureFoto: NASA/JPL-CaltechL'articolo “Indizi di vita passata su Marte”, la sonda Perseverance ha scoperto “potenziali biofirme” proviene da Il Fatto Quotidiano.