La partita pre-elettorale per la definizione dei candidati da schierare nella sfida delle Regionali si fa più dura del previsto per il centrodestra. Mentre le forze progressiste hanno già annunciato tutti e sei i nomi in pectore, la destra fatica ancora a trovare una sintesi su tre regioni chiave: Veneto, Puglia e Campania. Nel frattempo continua a slittare il vertice tra i quattro leader di maggioranza, inizialmente previsto per domani. Al momento, un momento di confronto tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi è stato fissato in agenda per giovedì, anche se non si esclude un ulteriore rinvio. Intanto, chi segue con attenzione la campagna elettorale potrebbe chiedersi: “Perché ci stanno mettendo tanto?”. I motivi, regione per regione, sono molteplici.La Puglia: chi sacrificare contro Decaro?Lo stallo in Puglia è ancora più pesante, perché nessun partito di maggioranza sembra finora avere il coraggio di schierare un proprio candidato disposto a sacrificarsi nel testa a testa con Antonio Decaro, l’uomo delle maxi preferenze, eletto al Parlamento europeo con oltre 500mila voti. «È evidente che la nostra campagna elettorale ora è tutta in salita. L’ostacolo c’è», ammette un deputato pugliese. Chi sarà quindi a farsi avanti? Inizialmente era emerso il nome di Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia, vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia e commissario regionale del partito, vicino ad Antonio Tajani. D’Attis aveva anche dato la propria disponibilità, prima però di essere bloccato dai colleghi leghisti. «La candidatura in Puglia non può diventare una bandierina di partito», aveva commentato il segretario regionale della Lega, Roberto Marti, che aveva proposto due nomi: il consigliere regionale Fabio Romito e un esponente della società civile, poi entrambi smentiti. La Puglia non sembra interessare invece a Giorgia Meloni, anche se negli ambienti di Fratelli d’Italia è circolato il nome di un pugliese, Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute e figura molto vicina politicamente e personalmente alla premier. Tuttavia, Meloni non vorrebbe certo vedere sacrificato un proprio uomo: non sarebbe una buona immagine per il governo. Così la domanda è: chi è disposto a immolarsi? Per molti, alla fine, il nome che potrebbe spuntare è proprio quello di Mauro D’Attis.Il Veneto: lotta tra Lega e FdIIl Veneto, la terra dove ha governato il doge Luca Zaia, si sa, è terreno di battaglia. E il risiko è tutto interno al centrodestra. La Lega sembra essersi compattata attorno al nome di Alberto Stefani, la giovane promessa della Lega, segretario regionale in Veneto e deputato alla Camera. Salvini la candidatura, in pratica, è come se l’avesse già accesa da solo: «Mi chiedete se ho un nome come candidato ideale per la presidenza del Veneto? Ho a fianco a me uno dei parlamentari più giovani e noi mandiamo avanti i giovani». L’ok è arrivato anche da Zaia. Insomma, la sintesi si è trovata. Anche se, nel frattempo, si fa sempre più concreta l’ipotesi di una “lista Zaia”, con il doge candidato come capolista. Resta da capire cosa intenda fare Giorgia Meloni. Se sfumerà la possibilità di candidare un suo uomo in Veneto – il senatore Luca De Carlo era il nome su cui, negli ambienti di FdI, si puntava – la premier rischia di non avere alcuna Regione al Nord. Ed è proprio questo il nodo. Cosa chiederà in cambio ai suoi colleghi di maggioranza? Forse la Lombardia? Una domanda che resta aperta.La Campania: figura pop o governativa?Poi c’è lo stallo in Campania. Il centrosinistra ha già schierato una figura di peso come Roberto Fico, ex presidente della Camera, ma nel centrodestra la sintesi ancora non si trova. Per settimane il nome in pole è stato quello del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli: una candidatura data quasi per certa, ma che pare non convincere del tutto. E qui vale lo stesso discorso fatto per la Puglia con Gemmato: se Cirielli si schianta, si schianta anche un pezzo del governo. E il colpo politico sarebbe pesante. Nel frattempo, spunta un altro nome: Mara Carfagna. E così, tra i sussurri romani, da ieri è iniziato a circolare anche un nome inaspettato e popolare: Aurelio De Laurentiis. Produttore cinematografico, patron del Napoli bis-scudettato, avvistato a Palazzo Chigi proprio nelle ultime ore. Il centrodestra sa che la partita in Campania è complicata. E allora, per provarci davvero, potrebbe voler puntare su un nome capace di catalizzare attenzione, voti e simpatia. Chissà che De Laurentiis non sia davvero la carta giusta da giocare.L'articolo Elezioni Regionali, da Aurelio De Laurentiis in Campania a Mauro D’Attis in Puglia, tutti i nomi nel tetris del centrodestra. Che non è finito proviene da Open.