Caso Iryna Zarutska: Donald Trump ha chiesto la pena di morte per l’aggressore ▷ Boni Castellane in diretta

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          Iryna Zarutska, giovane infermiera ucraina, è stata uccisa a coltellate su un treno a Charlotte da un uomo con 14 precedenti penali. L’indignazione pubblica è esplosa solo grazie ai social, mentre i media mainstream hanno scelto di tacere. In diretta, Stefano Molinari ha intervistato Boni Castellane sulla questione.Charlotte (NC), 22 agosto 2025 – Si chiamava Iryna, aveva 23 anni ed era fuggita dall’Ucraina in cerca di protezione. In America aveva trovato lavoro come infermiera in un ospedale di Charlotte, North Carolina. La sua storia, tragica e dolorosa, è oggi al centro di un acceso dibattito pubblico ma non grazie ai media tradizionali, bensì grazie a X (ex Twitter), dove il video della sua morte è diventato virale.L’omicidio e il silenzio assordante dei media americani ed europeiIryna è stata accoltellata a morte mentre era seduta su un treno della metropolitana leggera di Charlotte. L’aggressore è un uomo afroamericano di 34 anni, con 14 precedenti penali, molti dei quali per violenza domestica. La stessa madre dell’uomo aveva più volte chiesto alle autorità di intervenire, definendolo “un soggetto incontrollabile e pericoloso”. Il video, girato dalle telecamere di bordo e poi condiviso online, mostra Iryna seduta tranquillamente quando viene improvvisamente colpita con una coltellata alla schiena. Consapevole della gravità delle ferite, Iryna si copre il volto, scoppia in lacrime e, dopo pochi secondi, si accascia al suolo e muore. Tutto accade nell’indifferenza generale: nessuno tra i passeggeri si alza per soccorrerla. L’assassino si allontana indisturbato, lasciando tracce di sangue lungo il vagone.Nonostante la brutalità del gesto e la natura pubblica dell’omicidio, nessuna delle principali testate giornalistiche statunitensi ed europee ha dato risalto al fatto. Solo una testata locale ha pubblicato un breve trafiletto, subito caduto nel dimenticatoio. Ma la rete non ha dimenticato. Il video ha iniziato a circolare su X, rilanciato da milioni di utenti, incluso Elon Musk. Di fronte alla viralità del caso, i media si sono visti costretti a parlarne (senza approfondire, senza inchieste e soprattutto senza spiegare il contesto).L’intervento di Trump: “Pena di morte per l’assassino“A rimettere la vicenda sotto i riflettori è stato il presidente USA Donald Trump. In conferenza stampa ha invocato la pena di morte per l’assassino. Il suo commento ha scatenato immediate reazioni, soprattutto tra chi (ignaro dell’accaduto) si è chiesto il perché di una dichiarazione così dura: “Molti americani non sapevano nemmeno dell’omicidio” ha dichiarato Castellane in diretta “perché i media mainstream si sono rifiutati di coprirlo. Così, quando Trump ne ha parlato, è sembrato stesse commentando qualcosa di mai accaduto”.Il giudice sotto accusaA rendere la vicenda ancora più controversa è la gestione giudiziaria del caso: il sospettato, già condannato per atti di violenza su madre e sorella, era stato dichiarato ‘estremamente pericoloso’ da una perizia psichiatrica appena un mese prima dell’omicidio. Eppure, il giudice ha sospeso la condanna e lo ha affidato a una comunità di recupero. Secondo alcune fonti, la giudice incaricata avrebbe legami diretti con la struttura, facendo parte del consiglio direttivo. La notizia (non ancora confermata ufficialmente) ha scatenato un’ondata di indignazione, portando alcuni senatori a proporre una legge per la responsabilità penale dei giudici in casi di scarcerazioni ripetute.Il paragone con altri casi celebri è inevitabile. In particolare con il caso George Floyd, che nel 2020 aveva scatenato un’ondata globale di proteste sotto la bandiera del movimento Black Lives Matter. Allora, ogni dettaglio fu ampiamente raccontato, analizzato e trasmesso in loop. Oggi, per Irina, quasi nulla. Il sindaco di Charlotte ha dichiarato pubblicamente: “Ringrazio i media per la sensibilità mostrata verso la famiglia della vittima, evitando di diffondere le immagini”. Ma per molti osservatori, questa ‘sensibilità’ ha il sapore della censura.Una questione di maiuscoleA riaccendere la discussione sul razzismo inverso è anche una policy linguistica controversa: dal 2020, l’Associated Press ha stabilito che ‘Black’ vada scritto con la B maiuscola, mentre ‘white’ resta con la w minuscola. La motivazione? “La cultura Black è più circoscritta e definita, quella bianca è più generica”. Una spiegazione che molti ritengono assurda e discriminatoria, ma adottata anche da testate come il New York Times. Il caso Iryna mostra in modo lampante quanto l’informazione oggi sia filtrata, selezionata e politicizzata. I social diventano il luogo dove le notizie esplodono, spesso senza mediazione. I media tradizionali, invece, sembrano agire sempre più come filtri ideologici, piuttosto che come strumenti di servizio pubblico.E mentre il dibattito si accende tra chi invoca giustizia e chi denuncia la strumentalizzazione politica, resta un fatto ineludibile: una giovane donna è morta in silenzio, e il suo caso sarebbe rimasto ignorato, se non fosse stato per un video pubblicato online.The post Caso Iryna Zarutska: Donald Trump ha chiesto la pena di morte per l’aggressore ▷ Boni Castellane in diretta appeared first on Radio Radio.