Lo scorso fine settimana si è svolto a Monza il 96° Gran Premio d'Italia di Formula 1, la serie automobilistica più seguita, ricca e – soprattutto – tecnologica a livello planetario. Siamo andati a dare una sbirciata dietro le quinte per scoprire come si costruisce la macchina invisibile che porta il "circo" più grande del mondo nelle case di 820 milioni di fan: un retroscena che ha molto più a che fare con cavi, server e intelligenza artificiale che con benzina e motori. A guidarci è stata Lenovo, global partner del campionato,, che fornisce alla Formula 1 l'infrastruttura tecnologica che - grazie a potenza di calcolo, trasmissioni a velocità estrema e capacità di operare in condizioni critiche - permette di realizzare questo spettacolo che attira milioni di appassionati. In un paddock in cui l'attenzione è rivolta quasi esclusivamente alle monoposto e ai piloti, abbiamo infatti scoperto un altro mondo, formato da un esercito di 300 ingegneri e tecnici (operativi sul circuito e da remoto) che ci permettono di godere di uno spettacolo unico per 24 weekend l'anno comodamente seduti sul divano di casa nostra.. Ogni gp di F1 è una sfida tecnologica nuova e imprevedibileLenovo è entrata in F1 come fornitore di parte della strumentazione nel 2022 e da allora ha ampliato progressivamente il proprio ruolo fino a diventare una spina dorsale tecnologica di tutto il campionato. Che cosa vuol dire? L'azienda con sede a Hong Kong fornisce non solo i dispositivi visibili, quali sono banalmente laptop, tablet e workstation, ma anche l'infrastruttura invisibile che garantisce la continuità operativa di un campionato che attraversa cinque continenti e si disputa in ogni tipo di condizione ambientale, dal caldo afoso alla pioggia battente. Ogni weekend di gara, vengono elaborati e trasmessi tra i 500 e i 600 terabyte di dati, l'equivalente di circa 50 anni di video, in più di 180 territori che ricevono la trasmissione ufficiale, resa possibile da un ecosistema di oltre 180 applicazioni proprietarie che girano sugli hardware dell'azienda asiatica.«Ogni circuito è un ambiente nuovo e imprevedibile, ma l'affidabilità della tecnologia deve essere assoluta», ci ha raccontato Claire Sparks, Head of Portfolio and Technical Initiatives, Formula 1. La serie automobilistica per eccellenza non è solo il punto di riferimento per motori e power unit, ma anche e soprattutto per l'informatica. Tutti i dispositivi di cui si avvale il circus devono funzionare con precisione assoluta nonostante l'operatività continua e la personalizzazione necessaria, con PC dotati di AI, workstation indistruttibili e sistemi di edge computing (cioè sistemi in cui l'elaborazione dei dati avviene vicino alla loro origine - sensori, telecamere, macchine, smartphone - invece che in un data center remoto) capaci di resistere a vibrazioni, calore e trasporto incessante.A ogni tappa, i tecnici spostano centinaia di server e storage che devono essere assemblati in poche ore e subito messi in funzione. «È uno stress-test costante anche per noi: i prodotti che resistono al ritmo della F1 possono affrontare qualsiasi sfida in ambito aziendale, scientifico e quotidiano», sottolinea Lara Rodini, Global Sponsorships & Activation Director di Lenovo.. Il cuore operativo della tecnologia in realtà è... doppio!Il cuore operativo di ogni Gran Premio si chiama Event Technology Centre (ETC), una struttura mobile che segue il campionato tappa dopo tappa. Dieci giorni prima della gara si parte da un circuito vuoto e nel giro di cinque giorni prende forma il capannone che ospiterà monitor e computer, con l'installazione del Connectivity Pod e degli apparati principali. Nei cinque giorni successivi vengono posati 58 chilometri di cavi in fibra ottica lungo tutto il tracciato, montati i sensori, le telecamere e le antenne. Tre giorni prima del semaforo verde, infine, l'ETC è già pronto per il test ad alta velocità che certifica il corretto funzionamento della rete… E lo show inizia! Al termine del weekend lo smontaggio deve essere altrettanto rapido, soprattutto nel caso di eventi ravvicinati. «Nel caso in cui ci fossero gare in due domeniche consecutive, agiamo con due diverse strutture. Quella smontata non viene trasportata alla sede dell'evento successivo, ma a quello dopo ancora, e così via», spiega Gary Crocombe, IT Network Manager di F1. In pratica, come avviene con i file su computer, un vero e proprio "backup" fisico di tendoni e apparati per far sì che tutto sia sempre perfetto per il GP, grazie a una catena logistica portata avanti con precisione ingegneristica.. Ma attenzione, l'ETC è solo il terminale del sistema di produzione televisiva in formula 1. Un tempo, la regia televisiva seguiva i Gran Premi in loco, oggi invece il centro nevralgico è fisso e si trova a Biggin Hill, vicino Londra, nel Media and Technology Centre di Formula 1. Grazie all'infrastruttura Lenovo e a velocità di connessione potentissime, immagini e dati raccolti a migliaia di chilometri di distanza, dall'Australia al Messico, dal Brasile al Giappone, arrivano in Inghilterra in meno di un quarto di secondo, ed è lì che vengono montati e distribuiti a tutti i broadcast internazionali. L'intera produzione televisiva si svolge quindi a migliaia di chilometri dai circuiti, ma lo spettatore non percepisce alcuna differenza. Al contrario, la regia remota permette di sfruttare meglio gli archivi digitali, di introdurre grafiche in tempo reale e di migliorare la narrazione delle gare.Che percorso fanno i dati e le immaginiOgni weekend di gara la Formula 1 gestisce un ecosistema multimediale enorme: decine di telecamere in pista, microfoni posizionati in punti strategici, feed radio in tempo reale da tutte e venti le monoposto. Tutti questi flussi convergono sull'hardware realizzato dall'azienda asiatica, che li elabora e li invia verso il Media Techonolgy Center(MTC). È grazie a questa catena invisibile che lo spettatore può ascoltare in diretta i team radio dei piloti o rivedere un sorpasso da più angolazioni pochi secondi dopo che questo è avvenuto. In alcuni GP si sperimenta anche con telecamere on-board controllate da remoto: dalla cabina di regia britannica si decide l'inquadratura migliore o si modifica la qualità del segnale, senza alcuna latenza percepibile: un'operazione che solo pochi anni fa sarebbe stata impensabile.In pratica, l'unica cosa che va più veloce di una macchina in un autodromo di Formula 1 è la velocità di connessione. Ogni circuito richiede infatti due linee dati da 10 gigabit e una rete in fibra ottica che copre l'intera pista. Non viene usata alcuna trasmissione satellitare e la latenza deve restare bassissima per permettere anche operazioni delicate come il controllo remoto delle telecamere. In alcuni test condotti durante la stagione, dalla cabina di regia nel Regno Unito sono stati modificati in tempo reale qualità e parametri di ripresa delle telecamere in pista, il tutto in meno di uno schiocco di dita, con la certezza che nulla possa essere perduto. E se qualcosa si interrompe? I sistemi Lenovo attivano ridondanze automatiche che permettono di non perdere neppure un fotogramma. La sfida è duplice: gestire enormi quantità di dati e farlo con un'affidabilità che deve sfiorare il 100%.Non solo velocità e affidabilità: la Formula 1 guarda anche alla sostenibilitàOvviamente, nel mondo di oggi non ci si può sottrarre alle tematiche ambientali. Per questo motivo, la partnership tra Lenovo e Formula 1 non guarda solo alla velocità e all'affidabilità, ma anche alla sostenibilità. Centralizzare la produzione riduce viaggi e costi energetici, mentre i device vengono riutilizzati e riciclati per limitare l'impatto con la natura. E poi c'è l'IA: in prospettiva, l'intelligenza artificiale sarà sempre più integrata nella gestione dei dati, consentendo analisi predittive e processi ancora più veloci. Alcuni algoritmi, già in sperimentazione, potrebbero riconoscere automaticamente momenti clou della gara, come sorpassi o incidenti, per segnalarli subito alla regia: un'evoluzione che, come accade con il trasferimento di tecnologia dalle monoposto alle nostre auto, porterà presto le innovazioni dal mondo delle corse alla vita di tutti i giorni, con implicazioni in ogni campo, dalla telemedicina alla realtà aumentata..