Il Congresso dei deputati spagnolo ha bocciato il progetto di legge per ridurre l’orario di lavoro settimanale da 40 a 37,5 ore a parità di salario. A schierarsi contro il provvedimento sono stati il Partito popolare, Vox e il partito indipendentista catalano Junts. I tre partiti hanno respinto il progetto di legge con 178 voti, contro i 170 favorevoli alla misura. La votazione ha fatto seguito a un acceso dibattito in aula dove la vicepremier seconda e ministra del Lavoro Yolanda Diaz, che ha promosso il provvedimento, ha accusato il partito di Carles Puigdemont di non rappresentare più il movimento indipendentista bensì il settore “reazionario” dei datori di lavoro spagnoli. La leader di Sumar ha garantito che non si darà per vinta. “Vinceremo questa battaglia. L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona e noi non la abbandoneremo”. La riduzione dell’orario di lavoro settimanale era una delle principali misure contenute nell’accordo di governo tra la piattaforma progressista Sumar e il Psoe del premier Pedro Sanchez e il progetto di legge era stato approvato nei mesi scorsi in Consiglio dei ministri. L’esecutivo ha intenzione di presentare un nuovo progetto di legge al Congresso.Le principali sigle sindacali, Ccoo e Ugt, avevano tenuto manifestazioni in oltre 50 città del Paese per chiedere l’approvazione del provvedimento. Il segretario dell’Ugt, Pepe Alvarez, ha rimproverato ai deputati di “dare uno schiaffo” alla classe lavoratrice del Paese “pensando di darlo al premier Pedro Sanchez”. La portavoce di Junts alla Camera bassa, Miriam Nogueras, in un’intervista alla tv pubblica Tve, ha detto che il suo partito è favorevole a una riduzione dell’orario di lavoro settimanale, ma non attraverso una legge, bensì attraverso i contratti collettivi. La formazione di Puigdemont ha sollevato preoccupazioni sull’impatto che la normativa avrebbe sulle piccole e media imprese catalane che a suo parere non riuscirebbero a sostenere i costi. lcl“Gli argomenti che abbiamo ascoltato oggi” dal Partido Popular e dal partito catalanista Junts “sono gli stessi impiegati per impedire l’aumento del salario minimo interprofessionale, sostenendo che avrebbe affossato l’economia”, ha detto Diaz. “Questo governo lo ha incrementato del 61% e, secondo la Ocse, l’economia spagnola è quella che più cresce”. Diaz ha evidenziato il numero record di 3,4 milioni di lavoratori autonomi e di 22,5 milioni di occupati. Per poi sottolineare che “le piccole e medie imprese catalane e spagnole stanno incrementando gli utili da anni: 21 miliardi dal 2019”, ha rilevato. Mentre gli autonomi li hanno aumentati di 6,6 miliardi, il commercio di 15,5 miliardi, il settore alberghiero di 5 miliardi, le banche di 39,5 miliardi euro, le imprese dell’energia di 15,8 miliardi di euro. “Questo dibattito è appassionante perché lei e io qui rappresentiamo una cosa che si chiama la lotta di classe“, ha incalzato la ministra del Lavoro rivolta alla portavoce di Junts. “Lei in questa lotta rappresenta il capitale e coloro che si arricchiscono. Mentre il governo di Spagna rappresenta i lavoratori, catalani e spagnoli. Lei non è dalla parte degli autonomi catalani, ma di chi in Spagna e Catalogna sta lucrando, e ha il dovere di restituire un poco di ricchezza a questo Paese”.L'articolo Spagna, bocciata dal Congresso la legge per ridurre l’orario di lavoro a 37,5 ore a parità di salario. Il governo: “Lotteremo” proviene da Il Fatto Quotidiano.