Usa e Cina trovano l'accordo su Tiktok

Wait 5 sec.

AGI - Gli Stati Uniti hanno annunciato lunedì un accordo “quadro” con la Cina per risolvere la disputa su TikTok, che prevede il passaggio della popolare app di proprietà cinese a una gestione sotto controllo statunitense. In un post sui social, il presidente Donald Trump - senza citare direttamente il nome della piattaforma - ha parlato di un’intesa raggiunta con “una certa compagnia che i giovani nel nostro Paese volevano molto salvare. Saranno molto felici!”.Lo stesso Trump ha aggiunto su Truth Social che venerdì parlerà con il presidente cinese Xi Jinping. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha confermato l’accordo dopo due giorni di colloqui a Madrid con il vicepremier cinese He Lifeng, in un vertice che ha incluso anche la più ampia disputa commerciale tra Washington e Pechino. “Abbiamo un quadro di intesa per TikTok”, ha dichiarato Bessent ai giornalisti, precisando che l’intesa prevede “il passaggio a una proprietà controllata dagli Stati Uniti”. Secondo il segretario al Tesoro, si tratta di un accordo “fra due soggetti privati, con termini commerciali già definiti”. TikTok, che conta quasi due miliardi di utenti nel mondo, è di proprietà di ByteDance, società con sede in Cina.  Una legge federale che imponeva la vendita o il divieto dell’app per motivi di sicurezza nazionale sarebbe dovuta entrare in vigore alla vigilia dell’inaugurazione presidenziale di Trump, il 20 gennaio. Ma il leader repubblicano - che durante la campagna elettorale del 2024 ha fatto largo uso dei social e ha detto di apprezzare TikTok - aveva sospeso il bando. A giugno, ha concesso una proroga di 90 giorni per trovare un acquirente non cinese, proroga che scade mercoledì.Non mancano però le critiche. Sarah Kreps, del Tech Policy Institute della Cornell University, ha avvertito che “restano irrisolti interrogativi sulla sicurezza nazionale”, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati e degli algoritmi.L'asse Washington-PechinoParallelamente ai colloqui su TikTok, le discussioni di Madrid hanno riguardato anche la minaccia di Trump di imporre forti dazi alle importazioni cinesi. Le tensioni commerciali, esplose all’inizio dell’anno con tariffe punitive a tre cifre, erano state temporaneamente attenuate da una tregua che scade a novembre: gli Usa hanno ridotto i dazi al 30% sulle merci cinesi, mentre Pechino ha risposto con un prelievo del 10% sui prodotti americani. Washington accusa però la Cina di non rispettare pienamente l’intesa, rallentando le autorizzazioni all’export di terre rare, fondamentali per l’industria automobilistica, elettronica e della difesa.Intanto, sul fronte tecnologico, la Cina ha annunciato nel weekend due nuove indagini sul settore dei semiconduttori statunitensi: una per dumping su alcuni chip integrati e un’altra per presunte discriminazioni contro le aziende cinesi. Lunedì Pechino ha inoltre comunicato che un’inchiesta ha riscontrato violazioni delle norme antitrust da parte del colosso Nvidia, promettendo ulteriori verifiche. La competizione tra Stati Uniti e Cina nel campo strategico dei semiconduttori resta altissima. La scorsa settimana diplomatici e responsabili della difesa dei due Paesi hanno avuto telefonate consecutive, che secondo gli analisti potrebbero preludere a un nuovo faccia a faccia fra Trump e Xi.