In tempi tanto drammatici come questi sembra quasi una provocazione pensare al ‘dopo’. E ci sarà pur sempre un dopoguerra, anche a Gaza o in Ucraina, ma bisogna chiedersi quale ripartenza sarà possibile, aldilà dei folli progetti trumpiani sulle nuove Riviere coi campi da golf o sull’espropriazione delle miniere di Terre Rare. Se non ci si fa schiacciare dalla distorta visione a breve del turbo-capitalismo che domina il nostro mondo, ma si ragiona in termini storici dando spazio alla speranza, dalle macerie può sempre rifiorire un tessuto sociale nuovo e diverso.Pensieri sul dopo che nascono passeggiando in quel di Rovereto, piccola città della pace e della cultura, che ha ospitato da poco la 45ma edizione di Oriente Occidente Dance Festival, eccellente manifestazione artistica di livello internazionale. Non è un caso se, proprio per l’apertura della decina di giorni con circa 40 spettacoli ed eventi, presenti 17 compagnie da altrettanti Paesi del mondo, è stata scelta una festa musicale intitolata ‘The defiant heart beat of Gaza’, affidata ai palestinesi di Radio Gaza, progetto artistico che unisce talenti della città ormai quasi rasa al suolo (Watar Band, Abu Joury e il cantante Moneim Adwan) che reinterpretano in chiave contemporanea la tradizione musicale palestinese.Così nel tardo pomeriggio del 3 settembre mezzo migliaio di persone si sono assiepate nel cortile dell’Oratorio Rosmini, in una scenografia da corteo, dominata dalla grande bandiera palestinese ricamata all’uncinetto dal gruppo di donne di Castel Tesino, con un lavoro complessivo calcolato in 1400 ore di ricamo.Già fiorente centro dell’industria tessile intorno alla metà dell’Ottocento nonché cittadina felice e opulenta, Rovereto subì poi la sorte di essere brutalmente trasformata in roccaforte militare durante la Prima Guerra mondiale, con gran parte della popolazione deportata in Austria, Boemia e Moravia, dispersa in migliaia di comuni dell’Impero o concentrata in baraccopoli sperdute. E ancora alla fine della Seconda Guerra, la Repubblica Sociale Italiana e il regime nazista fecero danni devastanti al tessuto sociale che era stato faticosamente ricostruito.Letteralmente rinata dalle ceneri, questa città oggi vanta musei e monumenti di prim’ordine, organizza rassegne d’alto livello, custodisce tra i bei vigneti anche realtà editoriali come, dal 2005, Keller, affermatasi per l’attenzione alla Mitteleuropa e all’Europa orientale e alle tematiche dei confini, vari gruppi creativi, di design e comunicazione (Headline) e persino circoli politici – con tanto di una radicata presenza degli anarchici – decisamente di nicchia.Nel mondo dello spettacolo non c’è soltanto Oriente Occidente, che attira talenti da tutto il mondo e quest’anno ha presentato persino la compagnia ugandese Batalo east guidata dalla coreografa Nabaggala Lilian Maximillian, nonché giovani da tutto il mondo ospitati per residenze di formazione. Non sono mancate nemmeno le vere e proprie star della danza europea, come il raffinato francese Francois Chaignaud e lo spagnolo Marcos Morau, premiato come miglior coreografo europeo per due anni dalla rivista ‘Tanz’, che dal prossimo anno sarà ‘curatore associato’ del festival stesso di Rovereto.Nello spazio della ex Cartiera della piccola capitale della Vallagarina, dove è allestito il secondo teatro comunale, ha trovato casa la Compagnia Abbondanza-Bertoni, da anni riconosciuta come una delle più importanti realtà. E l’elegante figura di Antonella Bertoni, peraltro, si è stagliata in questi giorni tra il pubblico del festival, sempre molto ammirata, entusiasta come un vero spettatore appassionato. Ancora, in piazza San Marco, a due passi dalle Mura storiche, ha sede l’OHT (Office for Human Theatre) di Filippo Andreatta, che s’è affermato con grandiose performance eco-cult e con la ‘scuola nomadica’, un progetto di pedagogia alternativa radicato nelle Alpi.Alla fine non c’è da stupirsi che la provincia di Trento sia in testa alla classifica italiana delle mete più frequentate dal turismo culturale, con la maggiore diffusione nell’intero territorio.L'articolo Terminato l’Oriente Occidente Dance Festival, un’eccellenza artistica a Rovereto proviene da Il Fatto Quotidiano.