Quattordici mesi dopo l’arresto per corruzione e la clamorosa svolta nell’inchiesta “Palude” riguardante gli interessi privati del sindaco Luigi Brugnaro, l’ex assessore comunale Renato Boraso ha patteggiato. I suoi avvocati hanno raggiunto con la Procura un accordo per una pena di 3 anni e 10 mesi, ma non è detto che debba finire in carcere, visto che si trova agli arresti domiciliari e il regime non è stato modificato. La misura alternativa è stata applicata anche grazie al pagamento di 308mila euro di risarcimento. Durante la stessa udienza hanno patteggiato due imprenditori: l’immobiliarista Fabrizio Ormenese di Jesolo è stato condannato a 2 anni 9 mesi, con il versamento di 27mila euro, Daniele Brichese di Favaro Veneto a 3 anni 10 mesi con il pagamento di 7mila euro.La sentenza è stata letta dal giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Carlotta Franceschetti, che ha stabilito come le parti civili (il Comune di Venezia, la Città metropolitana, il Casinò di Venezia, Azienda Veneziana Mobilità e Azienda Comunale Trasporti Venezia) dovranno rivolgersi al Tribunale civile per ottenere i risarcimenti dagli imputati. I pubblici ministeri Federica Baccaglini e Roberto Terzo avevano dato l’assenso al patteggiamento che consente di mettere un primo punto fermo nell’inchiesta che ha sconvolto l’amministrazione comunale, ad un anno dal rinnovo delle cariche per eleggere il nuovo sindaco.Nonostante lo scandalo, Luigi Brugnaro non si è dimesso, anzi ha respinto le accuse che lo riguardano e che non coincidono con quelle formulate a carico di Boraso, che ha intascato ingenti somme di denaro da imprenditori occupandosi in cambio delle loro attività all’interno della struttura comunale. Il patteggiamento è stato rinviato per un paio di udienze, visto che Boraso non era riuscito a raccogliere il denaro sufficiente per saldare il risarcimento concordato con la Procura. Per farlo ha dovuto vendere una casa di proprietà nel Bellunese. Inizialmente, calcolando l’entità delle somme indebite riscosse da privati, l’importo era stato indicato in circa 700mila euro, poi scese a 420 mila euro. Il difensore Umberto Pauro ha poi ottenuto che la cifra venisse ridotta ancora, considerando le tasse versate sulle presunte consulenze già fatturate.Ormenese ha anche ottenuto una pena sostitutiva con lavori di pubblica utilità, mentre Brichese chiederà (a sentenza definitiva) l’affidamento in prova. Anche Boraso potrebbe seguire questa strada, visto che la pena per lui è superiore ai tre anni. Secondo i capi d’imputazione, l’ex assessore aveva organizzato un meccanismo di consulenze e aiuti a favore degli imprenditori, grazie alla sua perfetta conoscenza della macchina amministrativa e delle persone che la compongono. Per Brugnaro le ipotesi sono diverse e riguardano il tentativo di cessione a un magnate di Singapore dei terreni in località Ai Pili a Marghera, in riva alla laguna. L’inchiesta Palude ha svelato, secondo l’ipotesi degli inquirenti, gli intrecci tra l’attività imprenditoriale del sindaco che si è affidato a un blind trust per la gestione del proprio patrimonio, ma che secondo la Finanza era costituito da personaggi che facevano parte del suo entourage, facendo venire meno il requisito della terzietà nella gestione di beni e attività imprenditoriali. L’udienza a carico del sindaco è fissata per l’11 dicembre.L'articolo Corruzione a Venezia, patteggiamento e risarcimento per l’ex assessore Renato Boraso proviene da Il Fatto Quotidiano.