L’editorialista del Washington Post licenziata in tronco per le sue critiche a Charlie Kirk. Chi è Karen Attiah

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Vestito blu fino ai piedi, rosa rossastra in bocca nella posa inconfondibile della Statua della Libertà. Nella mano destra, a mo’ di torcia accesa, una edizione in fiamme del Washington Post, il giornale per cui lavorava. Così l’editorialista Karen Attiah ha annunciato il suo licenziamento in tronco dallo storico giornale della capitale americana, perché accusata di «grave negligenza» e di aver messo in pericolo fisicamente i suoi colleghi. Nelle ore successive all’assassinio di Charlie Kirk, attivista trumpiano, la commentatrice afroamericana lo aveva duramente criticato, descrivendolo come «un uomo bianco che sposa l’odio e la violenza».Il post social incriminato«Il Washington Post mi ha licenziato, ma la mia voce non sarà silenziata», è il titolo dell’articolo che Karen Attiah ha pubblicato sul suo Substack, raccontando la sua versione degli eventi. Secondo la donna, entrata nella redazione stabilmente undici anni fa per «illuminare con la mia penna le zone oscure», nell’ultimo anno gli editoriali sarebbero stati rivoluzionati su ordine del proprietario Jeff Bezos, in modo che abbracciassero temi come «libertà personali e liberi mercati». Commentando sul social Bluesky l’assassinio, la 39enne aveva scritto: «Parte di ciò che mantiene l’America così violenta è il continuo insistere affinché le persone dimostrino cura, inutile bontà e assoluzione nei confronti degli uomini bianchi che sposano l’odio e la violenza».Part of what keeps America so violent is the insistence that people perform care, empty goodness and absolution for white men who espouse hatred and  violence.— Karen Attiah (@karenattiah.bsky.social) September 10, 2025 at 11:56 PMAttiah e le critiche all’ideologia di KirkParole che la stessa commentatrice ha definito «premonitrici», perché scritte prima dell’individuazione del presunto colpevole Tyler Robinson, 22enne bianco. Ma di Kirk, di cui evidentemente non sposava l’ideologia, Karen Attiah aveva criticato numerose altre uscite, tra cui quella contro la giudice della Corte Suprema Ketanji Brown Jackson e contro la ex deputata del Texas Sheila Jackson Lee, definite – in uno spezzone di video –  come persone senza «capacità di elaborazione cerebrale [sufficienti] per essere davvero prese sul serio». Il «falso cordoglio» per Charlie Kirk e il corso universitario cancellatoLa sua colpa, riassume Attiah, sarebbe stata quindi quella di «denunciare l’accettazione dell’odio e della violenza politica, delle morti per arma da fuoco specialmente quando la violenza è perpetrata da uomini bianchi». Da qui il licenziamento «senza alcuna discussione preventiva o revisione». Nella lettera affidata al suo Substack, la commentatrice ha anche spiegato di essersi volontariamente astenuta dal «cordoglio falso» per una persona che avrebbe «ripetutamente attaccato le donne nere, che ha condannato il Civili Rights Act e che si è espresso favorevolmente nei confronti di un libro che chiamava i liberali “disumani”». La 39enne ha raccontato anche che il suo corso alla Columbia School of international and public affairs è stato cancellato, ma che lei si è messa in proprio lanciandone uno suo: «Da questo momento in poi la mia voce diventerà solo più forte».  View this post on Instagram A post shared by Karen Attiah (@karenattiah)L'articolo L’editorialista del Washington Post licenziata in tronco per le sue critiche a Charlie Kirk. Chi è Karen Attiah proviene da Open.